giovedì 10 ottobre 2013

Rodotà a Grillo: argomento pericolosissimo

Filippo Sensi 

Europa  

Il professore "boccia" la sconfessione dei senatori Cinquestelle da parte del blog: non si può andare in parlamento e poi dire che si obbedisce alle logiche della Rete
«Una forza politica non può andare in Parlamento e dire le opportunità parlamentari non le voglio cogliere perché obbedisco alle logiche della Rete»: Stefano Rodotà dosa le parole, e certo non intende polemizzare direttamente con Beppe Grillo e con Gianroberto Casaleggio, nel giorno in cui i due – i diarchi, come li chiama Francesco Maesano sul nostro giornale – vergano una sconfessione dei senatori a cinque stelle sul reato di clandestinità.
Ma non si sottrae, sollecitato nell’ambito di un convegno sulla democrazia partecipativa e le frontiere di Internet, organizzato dal Centre for Media and Communication Studies della LUISS, animato da Michele Sorice ed Emiliana de Blasio. La critica non è nel merito, ma sul metodo: «Dire ‘non è nel programma’ è un argomento pericolosissimo». A parlare non è solo il professore, ma anche l’ex-parlamentare che sa bene come il kairos, l’opportunità da sfruttare nei lavori di aula spesso è un varco stretto, che va colto  rapidamente, ci sono tempi e scadenze da rispettare.
«C’è il rischio di un paradosso – sottolinea Rodotà, a conclusione di una giornata cui ha partecipato anche Paolo Gentiloni del Partito democratico, studiosi ed esperti come il “saggio” Francesco Clementi dell’Università di Perugia e Antonio Preiti del Censis – che il ricorso a queste tecnologie rallenti il processo decisionale». Certo, il professore è consapevole, e lo rimarca, che il movimento stia sperimentando nuove forme di consultazione, un rinvio alla famigerata piattaforma partecipativa su cui di recente si sono scatenate alcune polemiche che riguardano la tempistica ed anche l’effettiva apertura del processo di consultazione.
Eppure, il candidato delle Quirinarie grilline – ancora in questi giorni si moltiplicano le ricostruzioni di quello snodo politico che vide Rodotà “papabile” per il Quirinale, prima che venisse confermato Giorgio Napolitano – rileva la contraddizione su cui oggi M5s è andato in corto circuito. Come a dire, ma come, proprio quando io posso intervenire nel processo decisionale, non mi interessa più perché devo sottostare a un altro genere di considerazioni? Due agende, due temporalità sfalsate.
L’intervento di Rodotà è in mattinata, dopo la nota di Grillo e Casaleggio, ma prima che si scatenasse il putiferio politico e soprattutto prima della ulteriore precisazione metodologica sulla primazia del blog rispetto alle nuove proposte di legge che, recita il sito, «devono essere prima discusse in assemblea dai proponenti e quindi proposte all’approvazione del M5s attraverso il blog».
Il professore conosce bene simili dinamiche e, stavolta, a Grillo e compagnia questa non la fa passare.

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