giovedì 24 ottobre 2013

Brescia: Il ministero: venti mesi per il nuovo carcere

L'intervista. Il responsabile dell'edilizia penitenziaria accelera sulla soluzione di riutilizzare la caserma Papa.Il commissario: «Dobbiamo verificare gli impianti e stimare la spesa»

«Guardi, se non sarà giovedì mattina sarà venerdì. Di certo entro questa settimana». Il prefetto Angelo Sinesio, commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, ieri sera stava ancora aspettando tutti gli incartamenti sulla caserma Papa, la struttura dove dovrebbe essere realizzato il nuovo carcere di Brescia. Oggi i tecnici del Ministero dovrebbero essere in città per un sopralluogo alla struttura di via Oberdan. Per capire se sarà davvero quella la soluzione, bisognerà attenderne gli esiti, ma «per Brescia l'investimento è certo — assicura Sinesio — C'è l'impegno del ministro Anna Maria Cancellieri a risolvere il problema di Canton Mombello e noi stiamo lavorando per trovare la soluzione». Prefetto Sinesio, quali sono le ipotesi sul tavolo? «Devo fare una premessa. L'obiettivo che ci siamo dati con l'ultima revisione del piano quelladi evitare la cementificazione e la costruzione di nuove strutture, riconvertendo beni demaniali già disponibili. In questo quadro, per la zona di Brescia, abbiamo valutato la caserma di Montichiari. Se si fosse rivelata adatta, avremmo già deciso. Invece sono emerse alcune criticità che ci hanno spinto a proseguire nella ricerca. Nelle prossime ore faremo un sopralluogo tecnico alla Papa. Dai primi accertamenti il sito sembra adatto. Sto aspettando le ultime carte dall'agenzia del demanio. Non si tratta di andare a fare un giro all'interno della struttura, dobbiamo verificare documenti alla mano gli spazi disponibili, lo stato degli impianti, le manutenzioni necessarie. E dobbiamo essere in grado di stendere nel giro di pochi giorni una stima di spesa». Oltre a Montichiari e alla Papa ci sono altre ipotesi in campo? «Stiamo ancora valutando, visto che Brescia è rientrata in gioco solo negli ultimi dieci giorni. Ma sostanzialmente si tratta di queste due, anche se Montichiari si è rivelata poco conveniente. A noi servono siti che siano immediatamente disponibili. Dobbiamo cercare di essere rapidi e spendere il meno possibile. Una caserma vuota è immediatamente cantierabile. Per questo per ora non abbiamo preso in considerazione caserme ancora in mano al ministero della Difesa: avrebbero bisogno di passaggi lunghi, prima al demanio e poi alla Giustizia. Senza contare il dover spostare le attività ora presenti. Dovrebbe essere una cosa davvero molto ma molto conveniente». Perché il riuso di caserme e non la costruzione di un nuovo carcere? «Per più ragioni. Primo per recuperare patrimonio pubblico ed evitare nuove cementificazioni. Poi per una questione di tempi: abbiamo bisogno di creare nuovi istituti di pena e la riconversione dei beni demaniali può accorciare le operazioni. In più ci evita tutta una serie di spese e lavori, come le urbanizzazioni primarie, la necessità di portare condotte, tubazioni, impianti». Non è mai stata presa in considerazione l'ipotesi di un carcere nuovo a Verziano? «Ripeto, per noi è prioritario il recupero del patrimonio edilizio statale. L'operazione Verziano è più complessa. Andrebbe prima acquisita l'area. Quando ci sono di mezzo i privati i percorsi diventano lunghi. Sono situazioni che tendiamo ad evitare». Ma se né la Papa né Montichiari si rivelassero siti adatti? Qualcuno sostiene che sia più conveniente costruire una struttura nuova piuttosto che restaurare un vecchio edificio.. «I nostri due pilastri sono rapidità e convenienza: se tutti gli approfondimenti ci diranno che non è vantaggioso recuperare una delle due caserme valuteremo le possibili alternative. Se sarà conveniente costruire un carcere nuovo, prenderemo in considerazione anche quest'ipotesi. Ma stiamo già riconvertendo alcune caserme, per esempio a San Vito al Tagliamento. La spesa media per una struttura mediamente tenuta è di 10-12 milioni. Poi si possono pensare a servizi aggiuntivi. A San Vito, per esempio, realizzeremo un opificio: sarà una struttura penitenziaria aperta, dove i detenuti potranno lavorare. Solo così si può pensare che il carcere abbia una funzione rieducativa. Negli istituti dove si attuano percorsi di reinserimento la recidiva è del 12%; negli altri casi dell'80%». I soldi per Brescia ci sono? «Nel piano carceri ci sono 44 milioni per la Lombardia; soldi con i quali dobbiamo realizzare mille posti. A Brescia immaginiamo una struttura da 400 posti e il budget a disposizione dovrebbe essere più che sufficiente». Quali sono i tempi? «Questa settimana il sopralluogo, la prossima la riunione tecnica per fare il punto. Metterò il ministro nella condizione di decidere nelle due settimane che ha indicato. A novembre potremmo essere in grado di pubblicare il bando di gara. Una volta partiti i lavori, serviranno venti mesi. Potete stare tranquilli, questa volta il problema Canton Mombello lo risolviamo. Per Brescia l'investimento è certo. Per il ministro (e quindi per noi) è una priorità». 
 
Davide Bacca

Il Corriere della Sera - 24/10/2013

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