mercoledì 9 ottobre 2013

Girano a vuoto ma non calano: il mistero Cinquestelle spiegato dai sondaggisti

Francesco Maesano 

Europa  

La tenuta attuale e il futuro del Movimento nelle analisi di Elisabetta Gualmini (Istituto Cattaneo), Paolo Natale (Ipsos), Roberto Weber (Ixè), Renato Mannheimer (Ispo), Carlo Buttaroni (Tecnè), Alessandra Ghisleri (Euromedia Research), Antonio Noto (Ipr Marketing)
Pochi risultati parlamentari, una strategia incerta e una proposta di governo (e di paese) mai esplicitata. Eppure il M5S è sempre lì, anzi, secondo i sette sondaggisti interpellati da Europa i Cinquestelle restano i preferiti dai giovani e si sarebbe formato uno zoccolo duro di elettori che non hanno alcuna intenzione di tornare indietro. L’area della protesta, quella dove la forza politica guidata dalla diarchia di Grillo&Casaleggio pesca a piene mani, sembra destinata ad allargarsi. Più difficile invece che il Movimento riesca ad approfittare direttamente del calo del Pdl. Ecco le risposte di Elisabetta Gualmini (Istituto Cattaneo), Paolo Natale (Ipsos), Roberto Weber (Ixè), Renato Mannheimer (Ispo), Carlo Buttaroni (Tecnè), Alessandra Ghisleri (Euromedia Research), Antonio Noto (Ipr Marketing).

Come mai i Cinquestelle, nonostante non abbiano conseguito risultati parlamentari apprezzabili, tengono nei sondaggi e sembrano tornati ai livelli di febbraio?
Gualmini Le ragioni della tenuta del Movimento risiedono nell’esistenza di un elettorato a cui le larghe intese non piacciono e pensa che finora abbiano fatto ben poco. Inoltre il fatto che i due principali partiti tradizionali governino insieme aumenta la percezione dei Cinquestelle come unica alternativa. Poi non è vero che non abbiano fatto niente. Hanno diversi canali di informazione molto attivi come le pagine Facebook dove scrivono tutto della loro attività parlamentare. Su alcune cose come la trasparenza sono avanti rispetto agli altri. Hanno anche avuto momenti positivi come il restitution day e la dura opposizione contro la modifica all’articolo 138 costituzione. Sul finanziamento pubblico ai partito sono quelli che dicono abolitelo mentre gli altri tergiversano. E poi la coerenza paga. Non hanno fatto alleanze e sono rimasti li a fare da pungulo, da controllori del sistema fase degli scontrini e più le larghe intese fanno poco più il Movimento è destinato a crescere.
Natale La percezione che non facciano moltissimo in parlamento c’è, ma tra chi fa poco ed è al governo e chi fa pochissimo stando all’opposizione sono i secondi ad avere la meglio nell’opinione pubblica. Poi c’è da segnalare la formazione di uno zoccolo duro che si sta fidelizzando e stabilizzando intorno al 10-15 per cento. Il resto del consenso proviene da una parte più fluttuante che in un momento di larghe intese, con i partiti tutti assieme, tende a crescere riportando i Cinquestelle ai risultati pre-elettorali.
Weber Dopo la soluzione della crisi di governo abbiamo effettuato un sondaggio: per noi il Movimento 5 Stelle è al 24%, praticamente al livello che ha raggiunto alle elezioni politiche. Va capito che esiste un partito della stabilità che ritiene che questa soluzione delle larghe intese sia l’unica possibile e di contro c’è tutta un’altra parte che chiede discontinuità. Nello stesso sondaggio è cresciuto Letta, un po’, ma è cresciuto soprattutto Renzi, che è percepito come un nome di discontinuità rispetto al passato. Il Movimento ha maturato uno zoccolo duro del 15%-20% e anche se in questo momento Grillo ha subito un offuscamento d’immagine, di centralità, di capacità di richiamo, le oscillazioni nelle intenzioni di voto non vanno oltre quella soglia.
Mannheimer Tengono perché esiste un’area dell’anti-politica che continua a crescere. Sondando la fiducia verso le istituzioni si scopre che i partiti sono all’ultimo posto.
Buttaroni Il Movimento è calato quando si è formato il governo. Poi il fatto di aver spostato il baricentro dai problemi del paese ad “altri problemi” l’ha fatto risalire. Abbiamo rilevato come il M5S cresca al crescere dell’area dell’astensione ma non si tratta di una protesta fine a se stessa. La loro protesta è di grande consapevolezza. C’è un’area intorno al 15 per cento che è lo zoccolo duro che nasce dal dissenso verso i partiti tradizionali. Poi c’è un altro 10 per cento di voto di protesta. Ecco, quello crescerà e anche molto se i partiti non danno risposte vere. Io credo che il M5S sia tutt’ora molto sottovalutato e che il voto delle politiche sia stato analizzato male. C’è un’area che poteva esprimersi nelle piazze e invece si è espressa (e può continuare a farlo) nelle urne.
Ghisleri Subito dopo il successo di febbraio l’entrata nelle istituzioni non ha giovato ai Cinquestelle. Ci sono state le polemiche sulla diaria e le epurazioni. Poi c’è stata una separazione delle anime tra Grillo e i suoi esponenti. Lui è un grande comunicatore cresciuto all’ombra della televisione. Parla alla pancia degli elettori con chiave ironica e sarcastica, ma un conto è criticare un altro è saper costruire. Il voto di Grillo è stato e resta un voto d’opinione. La tenuta è sempre lì ma per il futuro molto dipenderà dalla legge elettorale. Col porcellum per loro diventa più semplice rispetto a una legge che impone di giudicare il candidato territoriale.
Noto In una parte dell’elettorato c’è un po’ di delusione. Questa però non genera immediatamente un cambio di partito. Ecco perché i Cinquestelle reggono. C’è uno zoccolo duro del 15 per cento che resta lì.

Molti sondaggi danno il Movimento come prima forza politica tra i giovani. È così? Si tratta di un fenomeno reversibile?
Gualmini Questo è stato il partito più votato dall’elettorato giovanile. Per la prima volta in Italia i giovani hanno votato in blocco per un unico movimento politico. Quanto più i partiti tradizionali si rinnovano tanto più avranno chance di rompere questo “blocco generazionale” che non si era mai visto prima in Italia.
Natale Alle elezioni il M5S è stato il partito più amato dai giovani tra i 18 e i 24 anni e questo è un dato che viene ribadito anche dagli orientamento di voto odierni. A parte Renzi, i giovani non vedono nulla di nuovo nel panorama politico.
Weber I Cinquestelle hanno due picchi anagrafici di consenso: nei giovani tra i 18 e i 24 anni e nelle persone in età adulta sotto i 54 anni. Inoltre raccolgono molti voti tra la parte di società che vive il disagio economico con maggior forza. Persone che nel Movimento trovano una risposta, magari di protesta, però la trovano.
Mannheimer Anch’io da giovane facevo il ribelle e poi devo dire che i Cinquestelle usano con grande efficacia mezzi che gli altri trascurano sui quali i nostri giovani passano la gran parte del tempo che dedicano all’informazione.
Buttaroni Il 30 per cento di consenso tra i giovani è anche sottostimato. È stato soprattutto il voto giovanile che ha portato su i Cinquestelle. Su questo i partiti tradizionali non riescono a incidere in nessun modo e l’area di protesta è destinata a crescere.
Ghisleri Tra i giovani tra i 18 e i 26/27 anni, tra gli studenti o tra le persone che desiderano lavorare c’è un forte movimento di protesta, una grande richiesta di cambiare un sistema arroccato su se stesso. Qualcosa che poi si legge in ogni generazione. Il Movimento tra i ragazzi ha un grande seguito, basta vedere quanti giovani ha mandato in parlamento.
Noto Da sempre l’elettorato Cinquestelle è particolarmente giovane. Anche alle elezioni politiche è stato così. Tra gli elettori delle primarie del centrosinistra il 56 per cento aveva più di 50 anni. Un dato che ci fa capire come siano posizionati i partiti rispetto all’età. D’altra parte il 70 per cento dei giovani non ripone fiducia nel sistema politico.

Quanto può essere attrattiva la proposta del M5S sull’elettorato del centrodestra in caso di default del Pdl?
Gualmini La dialettica interna al Pdl finirà per stabilizzare in qualche modo il centrodestra. Non penso che arriveranno da lì voti ai Cinquestelle. Penso più che arriveranno da centrosinistra o dall’astensione. Dipende cosa succede.
Natale A me sembra che l’elettorato del Pdl sia un po’ disorientato e in attesa degli eventi. Parliamo tra l’altro di un elettorato un po’ anziano, sul quale non fa molta presa la proposta del Movimento e inoltre le affermazioni di Grillo contro Berlusconi non sono un buon viatico per raccogliere voti.
Weber I Cinquestelle in questo momento hanno una capacità attrattiva più forte sul Pdl che sul Pd. Tra i Dem avanza una leadership nuova. Nel Pdl questo non esiste e non c’è nessuno che abbia il mix di carisma e sintonia che ha Berlusconi. Renzi ha una fortissima capacità di trasversalizzare. Prodi ha compattato il suo campo. Berlusconi ha compattato il suo campo. Grillo è riuscito a pescare voti a destra e a sinistra. Renzi, almeno nei sondaggi, sembra poter fare lo stesso.
Mannheimer Credo che del calo del Pdl si gioverà l’astensione. Tuttavia anche nelle scorse elezioni s’è visto un flusso elettorale dal Pdl verso il M5S. Credo che i Cinquestelle, o chi per loro, continueranno a pescare nel bacino che gli è più proprio, quello dell’anti-politica: e quella é un’area che è ingenuo pensare che diminuisca.
Buttaroni In passato il M5s ha rubato voti al Pdl. Non ci dimentichiamo che tra il 2008 e il 2013 i voti persi dal Pdl si contano in milioni mentre l’astensione è cresciuta del 4-5%. Questo perché conta più il messaggio di Grillo del personale politico che, invece, proviene in prevalenza dall’area di centrosinistra.
Ghisleri A noi nei flussi risultava che il M5S avesse preso voti nell’area del Pdl ma anche perché cresce la distanza tra il vissuto del cittadino e il vissuto della politica: o non vai a votare o ti unisci a quelli che votano per protesta.
Noto Dopo le scorse elezioni i voti del Pdl che il M5S era riuscito a rubare sono tornati a casa. Penso sia difficile che facciano il percorso inverso.

Quali sono in prospettiva le potenzialità elettorali del Movimento 5 Stelle?
Gualmini Il 10% è lo zoccolo duro del Movimento ma siamo in un periodo di altissima volatilità, con due partiti di fatto in fase congressuale e può succedere di tutto.
Natale Potenzialmente sono sui valori del 20-25 per cento, sempre che non avanzino una vera proposta di governo. In quel caso lo scenario cambierebbe.
Weber La cosa più buffa di questo passaggio di crisi di governo è che ha stabilizzato il quadro politico mentre ha messo in moto il quadro elettorale. I Cinquestelle sono sostanzialmente stabili ma potenziali di allargamento sono notevoli e soprattutto non vediamo forme di contenimento del fenomeno, anzi, sembra in espansione.
Mannheimer Il Movimento 5 Stelle ha preso il 25 per cento alle scorse elezioni e credo che le sue potenzialità grosso modo siano quelle. Detto questo mi sembra un’area difficilmente contendibile dai partiti tradizionali e mi sembra difficile che Pd e Pdl possano riuscire a cavalcarla anche loro.
Buttaroni Hanno un potenziale molto alto. Non mi meraviglierei affatto se dovessero superare il 30 per cento ma molto dipende da quello che succederà nel panorama politico e dalla legge elettorale con la quale torneremo al voto.
Ghisleri L’attualità è talmente rapida mentre le cose sono talmente ferme che è come se si andasse a due velocità che non sempre trovano una sincronia. Fondamentale è la legge elettorale. Il M5S con il porcellum si trova in una situazione di vantaggio mentre da un ritorno al mattarellum ne uscirebbe svantaggiato.
Noto C’è un’area del 35 % tra indecisi e potenziali astenuti e su questa i partiti tradizionali hanno meno presa ma non è neanche detto che il Movimento 5 Stelle riesca ad assorbire tutta l’insoddisfazione che c’è.

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