lunedì 28 ottobre 2013

Renzi alla Leopolda: “Mai più inciuci Legge elettorale? Quella dei sindaci”

La Stampa27 ottobre 2013
 
Matteo Renzi a tutto campo nell’ultimo giorno della convention alla Leopolda: il sindaco non si tira indietro di fronte ai temi più spinosi come appoggio al governo, legge elettorale, riforma della giustizia, elezioni. Renzi comincia subito con il tono battagliero di chi non ne può più delle polemiche che non colgono l’essenza della sua sfida. E allora le prime battute le usa per liquidare chi ha fatto notare la mancanza di bandiere democrat sul palco: «Il problema non sono le bandiere, ma le croci sul simbolo del Pd» alle elezioni, quando arriveranno. Per il Pd non mancano, poi, altri richiami, come quello sul danno prodotto dal centrosinistra sul Titolo V: «Anch’io ho sbagliato -ammette- ad aver votato al referendum» per qualcosa che ha prodotto i paradossi delle competenze concorrenti in temi come l’energia o il turismo. Il Sindaco conferma l’appoggio al governo, ma fa una promessa: «Mai più larghe intese. Noi crediamo nell’alternanza e nel bipolarismo». In questo quadro, Renzi è tornato a parlare di legge elettorale, dopo i colpi di avvertimento dei giorni scorsi contro chi vorrebbe il ritorno al proporzionale. E un’idea precisa lui ce l’ha: «La legge elettorale che funziona è quella dei sindaci: è educativa, responsabilizza» ma va integrata con misure opportune sul piano nazionale: «Alla fine si deve sapere chi ha vinto, e chi ha vinto deve avere i numeri in Parlamento per poter governare e, infine, chi governa è per cinque anni responsabile».

Renzi ha assunto quattro impegni da mantenere se vince le primarie del Pd: «Italia, Europa, lavoro ed educazione: faremo iniziative su ognuno di questi impegni e alla prossima Leopolda si farà la verifica«assicurato». Il Sindaco non ha eluso i temi più problematici, arrivando a toccare la questione del rapporto con l’Europa: «Rimettere in discussione i parametri europei? Sì. E lo si dovrà fare dopo aver dimostrato che l’Italia mostra di saper affrontare i problemi: i conti a posto non li deve mettere per la Merkel ma per noi stessi». Infine, ancora parole per il suo partito. «Le correnti -avverte- vanno rottamate e diciamolo subito: la prima corrente da rottamare sarà la corrente dei renziani. Noi siamo per le correnti delle idee, non dei cognomi». E questo perché è altrove che bisogna guardare: «Le prossime elezioni le vinciamo se recuperiamo gli otto milioni che hanno votato Grillo, oltre a recuperare i nostri elettori, ma anche quelli del Pdl».  

Ma bisogna crederci, superando vecchie idiosincrasie: «Sbaglia chi pensa che uno solo possa risolvere i problemi, dopo i disastri che sono stati provocati, ma -ha affermato Renzi- non bisogna avere paura della parola leadership. Lo dico a tanti nel Pd: `leadership´ non è una parolaccia. Tiene insieme la voglia di provarci con la consapevolezza che sei uno dei tanti...»..

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