martedì 11 marzo 2014

Renzi riunisce i deputati Pd: «Italicum, chiudiamo entro oggi»

Europa   

Il premier ai deputati dem: «Se qualcuno non vuole votare oggi, lo deve spiegare bene fuori da qui. Il Pd rispetterà comunque il 50-50 donne-uomini»
«Se qualcuno non vuole votare oggi, lo deve spiegare bene fuori da qui». È quanto ha detto il
presidente del consiglio, Matteo Renzi, partecipando alla riunione dei deputati del Pd in corso al Nazareno, convocata per fare il punto sulla votazione al testo di riforma della
legge elettorale alla camera. «Vi chiedo, come Pd, di chiudere oggi o questo ricadrà su di noi», ha ammonito Renzi. «Al Senato ne riparleremo, di quote e di altro», ha assicurato. E poi, ha insistito, «chi oggi attacca la legge elettorale non ha sollevato il tema della parità di genere per la
segreteria o per il governo».
L’esame della legge riprende stamattina in Aula: ieri a scrutinio segreto sono state affossate le norme sulla parità di genere scatenando il caos nel Pd dove sono mancati parecchi voti a sostegno della causa delle donne scatenando la protesta di queste ultime e della
minoranza del partito. E non è bastata la rassicurazione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, via Twitter tanto che questa mattina alle 8.30 è stata convocata al Nazareno un’assemblea proprio per «fare chiarezza», come hanno chiesto le deputate democratiche.
Toccherà al segretario-premier insomma provare a tenere unito il partito che oggi rischia di votare in ordine sparso su due emendamenti pieni di insidie: uno sulle preferenze e l’altro sulla doppia preferenza di genere. Oltre, ovviamente, al voto finale sull’intero provvedimento che l’Aula di Montecitorio dovrebbe chiudere oggi. Rosy Bindi ha già annunciato che non voterà l’Italicum. E chissà che altre deputate non la seguano. Ma non sono solo le donne del Pd a protestare, nel corso dell’assemblea del gruppo, ha espresso il suo “disagio” anche Maino Marchi, che si è dimesso da capogruppo della commissione bilancio: voterà la legge ma da «soldato semplice».
Nel corso dell’assemblea del gruppo, Renzi ha assicurato che sulle quote rosa il Pd «è avanti» e che la parità di genere è già, di fatto, una realtà. Ma ha chiarito che sulla legge elettorale «non c’è da mantenere un patto con Berlusconi, ma un impegno che come partito abbiamo preso profondo, netto, chiaro».
Renzi ha poi espresso «marcato dissenso» rispetto a chi ritiene «la legge elettorale che sta per essere approvata alla camera sia incostituzionale. Mi sono state chieste nella direzione
tre cose: legare la legge elettorale alle riforme, modificare le soglie, ottenere la libertà di voto sugli emendamenti trasversali. Tutte e tre queste cose sono state assicurate». E ha anche chiarito che «la legge elettorale che abbiamo votato qui in direzione è diversa da quella che uscirà dal parlamento». Perché la riforma nasce con «partner riottosi, difficili». Tuttavia «ha tenuto insieme la maggioranza».
Quanto alle altre riforme collegate a quella elettorale, Renzi ha ricordato che entro quindici giorni «sarà formalizzato un atto parlamentare su senato e Titolo V» e nei prossimi giorni sarà convocata una direzione Pd ad hoc. E ha aggiunto che non può «accettare che, mentre il governo sta preparando 10 miliardi di euro per le famiglie italiane, il problema sia il Pd. Per la prima volta domani mettiamo in tasca agli italiani una significativa quantità di danari. Sui penultimatum di Squinzi e l’eventualità di sciopero della Camusso ce ne faremo una ragione».

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