Il nuovo compromesso è imbarazzante per gli effetti che produce, un rischio enorme se la legislatura dovesse finire
Dunque il nuovo accordo sulla legge elettorale, quello che
consente di tenere insieme la maggioranza di governo con quella più
larga delle riforme, prevede che la nuova legge elettorale si applichi
solo alla camera dei deputati, e non al senato.
Così, si dice, si costringerà il parlamento a riformare il senato,
dunque a completare il percorso delle riforme istituzionali, pena andare
a elezioni con un sistema ingovernabile.
E’ una soluzione che non mi piace, per diversi motivi.
In primo luogo perché certifica che nessuno si fida di nessuno, che
nonostante le dichiarazioni di intenti, la volontà sbandierata di fare
le riforme, né all’interno del partito democratico né tra alleati di
governo c’è sufficiente fiducia nel rispetto della parola data, e solo
attraverso un ricatto si ritiene possibile attuare il percorso di
riforme. In ciò io vedo una manifestazione dei limiti e della debolezza
della politica, e mi chiedo come possiamo pensare che i cittadini si
fidino di noi, se noi per primi non ci fidiamo tra noi.
In secondo luogo trovo questa una soluzione imbarazzante per gli
effetti che produce, poiché ci mette nella condizione di avere due leggi
elettorali completamente differenti nelle due camere che oggi danno la
fiducia al governo, esponendoci a un rischio enorme nel caso la
legislatura per qualunque motivo dovesse interrompersi anticipatamente.
In terzo luogo il consenso che Berlusconi, obtorto collo, ha dato al
nuovo accordo rischia di comportare il prezzo della immodificabilità del
testo, anche nelle parti sulle quali a mio avviso era necessario
intervenire ulteriormente, come le soglie per l’accesso al riparto dei
seggi o per il secondo turno elettorale.
Tutto ciò rende faticosamente digeribile il nuovo accordo.
Detto ciò, io voterò a favore della proposta, per una semplice
ragione, tutta politica. E cioè che io credo, in questa fase, in questo
momento, assolutamente necessario avviare il percorso delle riforme,
anche a costo di ingoiare qualche boccone amaro. Non possiamo, a questo
punto, affossare la riforma della legge elettorale, perché ciò
comporterebbe la fine di qualunque speranza di cambiamento. Dunque
voterò, ma confidando che, nel percorso legislativo della legge, errori,
storture e vizi evidenti possano essere corretti.
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