giovedì 30 gennaio 2014

Ma gli “sfascisti” non vinceranno

Alfredo Bazoli
30 gennaio 2014 dal blog

Vediamo di ricapitolare. La settimana scorsa giunge in aula un decreto da convertire in legge entro il termine di oggi, 30 gennaio. E’ un provvedimento che contiene due distinte materie, la cancellazione della seconda rata IMU, e la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia. Una legge certamente opinabile, come tutte del resto, che è già passata al Senato, e sulla quale il m5s decide di attuare l’ostruzionismo, come già accaduto altre volte. Poiché i termini per la conversione si approssimano, il governo decide di adottare l’unico strumento che ha per accorciare i tempi di approvazione, mettendo la questione di fiducia, che fa automaticamente decadere tutti gli emendamenti, e che viene votata venerdì scorso.
Lunedì si riprende la discussione sugli ordini del giorno, che sono centinaia e devono essere votati prima dell’approvazione finale. Il m5s sfrutta le pieghe del regolamento per allungare i tempi, e discute ogni singolo ordine del giorno fino ad esaurimento. Si giunge così al pomeriggio di ieri, alle dichiarazioni di voto finale. I grillini forzano la mano, si iscrivono a parlare tutti per dieci minuti, sfruttando una delle tante falle regolamentari della camera, che per le conversioni dei decreti legge, e a differenza di quanto previsto per le leggi ordinarie, non consente di contingentare i tempi di discussiofinale. Proprio per questo motivo e’ in vigore una prassi che, al fine di impedire che la minoranza possa pregiudicare l’approvazione di un decreto, consente al presidente della camera di applicare la cd. ghigliottina, ovvero di indire subito la votazione finale troncando la discussione.
Tutti sanno di questa prassi, che mai è stata esercitata poiché in passato l’ostruzionismo si è sempre fermato in tempo. Questa volta no. Nonostante frenetiche riunioni dei capigruppo fino all’ultimo momento utile, i grillini non recedono dai loro propositi. Sia chiaro, nessuno ha conculcato i loro diritti, la discussione in commissione e in aula e’ stata lunga, infinita. Ma questa volta, diversamente dai mesi passati, il m5s non si ferma, costringendo la Boldrini ad applicare la tagliola.
Perché? Ci sono ragioni di merito così sconvolgenti da rendere giustificato, inevitabile, o quanto meno ragionevole questo atteggiamento del m5s? Solo un ingenuo potrebbe pensarlo. Certo, le materie sono delicate, le scelte opinabili, ma di sicuro non più di tanti altri provvedimenti discussi in passato. La verità e’ che questa scelta, come tante o forse tutte quelle politicamente più rilevanti del m5s, e’ figlia di un proposito preciso, e ispirata dal famoso guru Casaleggio, non a caso presente a Roma in questi giorni. Il proposito e’ quello di alzare il livello dello scontro, di surriscaldare il clima, di stressare i rapporti politici, al fine di ostacolare il percorso di riforme, a partire dalla legge elettorale, che oggi appaiono possibili, e che se andassero in porto taglierebbero l’erba su cui prospera il m5s, quello della protesta contro l’inconcludenza e l’inaffidabilità della politica.
Coerentemente con questo chiaro intento, stiamo assistendo ad una escalation inusitata, iniziata con la gazzarra violenta e indegna inscenata al termine del voto di ieri, culminata con un assalto ai banchi del governo e della presidenza, e proseguita ieri sera e oggi impedendo lo svolgimento delle commissioni parlamentari. Atti gravi, che hanno messo a repentaglio il normale funzionamento delle istituzioni democratiche, e molto preoccupanti perché danno il senso di un tentativo di attizzare il fuoco, di eccitare gli animi, nella speranza di dare una spallata al sistema, di disarticolare la democrazia.
Comportamenti di natura quasi eversiva, posti in essere da ragazzi privi di qualunque esperienza politica e istituzionale, del tutto ignari delle conseguenze dei loro gesti, invasati e accecati da un nuovo integralismo non poi così diverso da altri del passato, quello della verità esclusiva, dell’appartenenza alle armate del bene in lotta contro il male, della convinzione della propria purezza a fronte delle macchie altrui. Una forma di ideologia ben insufflata, ed eccitata, da cattivi maestri che stanno fuori.
Di questo disegno, naturalmente, fa parte anche la richiesta di impeachment del presidente della repubblica per alto tradimento, una richiesta priva di qualunque fondamento giuridico e politico, ma utile all’obiettivo perseguito. Questo è il clima nel quale oggi è dato a noi di operare: un clima difficile e preoccupante, che ci carica di una quota grande di responsabilità da esercitare con equilibrio e pazienza, continuando a lavorare per sbloccare questa crisi lunga e faticosa, e far ripartire il paese. Obiettivi che oggi mi sembrano assai più vicini di poco tempo fa, e che non permetteremo vengano impediti da chi preferisce puntare sulle macerie del paese.

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