martedì 7 gennaio 2014

Buon anno

Riccardo Imberti

Trascorse le festività .... si ricomincia. 
Prima di tutto mi corre l'obbligo di unirmi ai tanti che hanno espresso la loro vicinanza e l'augurio di pronta guarigione a Pierluigi Bersani, colpito da emoraggia cerebrale. Operato d'urgenza in queste ore, pare che l'intervento sia andato bene. Lo spero tanto.
Sabato scorso, dopo la segreteria nazionale del PD tenuta a Firenze, è bastata una battuta di Renzi per provocare le dimissioni del sottosegretario all'economia Fassina. Mi verrebbe da dire: che potenza ha questo segretario!!! E' bastato un "chi" per provocare le dimissioni, chissà una frase cosa potrebbe causare!
A parte le battute. La storia delle dimissioni di Stefano Fassina inizia ben prima di quel «Chi?». La prima minaccia di lasciare il governo la fece a metà ottobre e questo ci dice che c'è  molto di più dell'offesa di Renzi. Il viceministro all’economia,  in questo governo, si sentiva a disagio già da molto tempo. Sulle sue accuse a Renzi, riguardo il partito padronale e per arroganza,  mi pare che Fassina non sia secondo a nessuno. Ricordo  che l'ex viceministro, allora responsabile del lavoro del PD, liquidò le idee del giuslavorista milanese Pietro Ichino, sostenendo che  rappresentavano il due per cento del partito. Altri tempi!
L'anno che si apre porta con sè novità interessanti: innanzitutto l'accelerazione impressa dal nuovo segretario del PD al dibattito politico: riforma elettorale, costi della politica, riduzione del numero dei parlamentari e abolizione del Senato. Le proposte le abbiamo apprese dai giornali, ora toccherà al parlamento mettere all'ordine del giorno i temi e cercare una maggioranza per approvare riforme non più rinviabili.
Non meno importanti le proposte per il superamento della Bossi Fini e una legge sulle unioni civili, ma sarà interessante conoscere i  contenuti  del piano per il lavoro di Renzi. La proposta avanzata, intende contrastare la precarietà e la disoccupazione, una ricetta che dovrebbe comporre il cosiddetto "job act". La prossima direzione nazionale del partito sarà chiamata a discuterla e approvarla. Soggetti politici, sindacati e  associazioni di categoria saranno chiamati ad esprimere il loro parere. Al Governo toccherà metterla in atto. Una difficile ma grande sfida, per superare le tante rigidità che hanno  impedito in questi anni al nostro Paese, il salto di qualità necessario per le riforme. Una scommessa che chiama in causa il meglio della società italiana e la mette alla prova.
Mi pare non male come inizio d'anno.
 



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