Franco Gheza
Compito
storico dei cattolici – ha scritto tempo fa Ferruccio De Bortoli
(Corriere della sera 17 ottobre 2011) – è quello di promuovere un
dialogo più proficuo con le altre componenti laiche, liberali e
riformiste della società. Il mondo cattolico ha una missione nei
ocnfronti della cultura laica – continuava De Bortoli –:
promuovere nella società il dialogo tra culture e tradizioni
diverse, formare dirigenti di qualità, capaci di coniugare
solidarietà e competitività. I giovani – frastornati e delusi da
una stagione di scialo economico e morale – hanno bisogno di esempi
di etica pubblica da imitare.
Pochi
giorni fa, Ernesto Galli della Loggia (Corriere 16 gennaio 2014) e
Luca Diotallevi (Corriere 19 gennaio 2014) si sono trovati concordi
tuttavia nel constatare che “il cattolicesimo italiano tende a
scivolare lontano dalla vivificante atmosfera di conflitti sociali
veri e veramente vissuti” e a deperire culturalmente “tra
appagamento da ossequio ufficiale e amministrazione del sacro”. Con
riferimento a De Gasperi, a Paolo VI e allo spirito del Concilio,
Luca Diotallevi denuncia la gravità della situazione “sul fronte
delle espressioni politiche del cattolicesimo italiano. La “religione
solo
religiosa”
incomincia a far massa. Dopo un secolo di continua maturazione
(1880/1980) l’analfabetismo sociale e politico dei cattolici
italiani è tornato a crescere.”
Per
restare in ambito bresciano, Adalberto Migliorati ha descritto sul
Giornale di Brescia il “quadrilatero della fede declinata nella
città”. I luoghi simbolici del quadrilatero sono quelli della
Loggia, del Duomo, di Via Tosio n. 8 e di Via Tosio n. 1. Qui, nel
Palazzo S. Paolo, “fortezza della spiritualità che si fa storia”
ha operato la Fuci, l’AC, il Settimanale diocesano; a cento passi
più avanti, nel Palazzo Bonoris al n. 8, c’era la sede storica
della DC dove si è contribito a “costruire la città dell’uomo”.
La gente veniva a cogliere la linea e a portare il contributo della
propria concretezza. Il quadrilatero era affiancato dalle Acli e
dalla Cisl che davano corpo alla presenza organizzata di tanti
cattolici nella responsabilità civile. Esperienze di fede –
conclude Migliorati – che alimentavano il valore dell’impegno
politico all’interno di un progetto culturale e pastorale. Il
racconto di Migliorati potrebbe continuare nella descrizione di altri
centri culturali come le case editrici della Morcelliana, della
Queriniana, di Studium e delle riviste de La scuola.
Questo
il nostro passato. E oggi? Pur esile e sporadico, qualche segnale di
ripresa compare sul fronte dell’impegno politico diretto dei
cattolici in politica. Nel 2012 l’associazione Città dell’uomo
ha realizzato un corso di formazione per amminstratori locali proprio
nel Palazzo S. Paolo di Via Tosio n. 1. In queste settimane le ACLI
ne stanno realizzando un altro, in tutta la provincia, per chi si
candida ad Amministrare il Bene Comune, l’ABC dell’Ente locale.
Per gestire anche un piccolo Comune occorrono valori e competenze.
Temi come il bilancio e il Pgt, la tutela dell’ambiente e i servizi
alla persona sono sempre più pressanti. Far quadrare i conti e
garantire i servizi è impresa titanica.
Alla
vigilia delle elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale in 147
Comuni della provincia, Antonio
Vivenzi della segreteria del PD ha elaborato un elenco di 20 idee
programmatiche che possono essere declinate nel corso della
preparazione della campagna elettorale. La definizione del programma
amministrativo tiene le porte aperte alla passione civile. Buon
lavoro.
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