mercoledì 22 gennaio 2014

La religione è solo religiosa?


Franco Gheza
 
Compito storico dei cattolici – ha scritto tempo fa Ferruccio De Bortoli (Corriere della sera 17 ottobre 2011) – è quello di promuovere un dialogo più proficuo con le altre componenti laiche, liberali e riformiste della società. Il mondo cattolico ha una missione nei ocnfronti della cultura laica – continuava De Bortoli –: promuovere nella società il dialogo tra culture e tradizioni diverse, formare dirigenti di qualità, capaci di coniugare solidarietà e competitività. I giovani – frastornati e delusi da una stagione di scialo economico e morale – hanno bisogno di esempi di etica pubblica da imitare.
Pochi giorni fa, Ernesto Galli della Loggia (Corriere 16 gennaio 2014) e Luca Diotallevi (Corriere 19 gennaio 2014) si sono trovati concordi tuttavia nel constatare che “il cattolicesimo italiano tende a scivolare lontano dalla vivificante atmosfera di conflitti sociali veri e veramente vissuti” e a deperire culturalmente “tra appagamento da ossequio ufficiale e amministrazione del sacro”. Con riferimento a De Gasperi, a Paolo VI e allo spirito del Concilio, Luca Diotallevi denuncia la gravità della situazione “sul fronte delle espressioni politiche del cattolicesimo italiano. La “religione solo religiosa” incomincia a far massa. Dopo un secolo di continua maturazione (1880/1980) l’analfabetismo sociale e politico dei cattolici italiani è tornato a crescere.”
Per restare in ambito bresciano, Adalberto Migliorati ha descritto sul Giornale di Brescia il “quadrilatero della fede declinata nella città”. I luoghi simbolici del quadrilatero sono quelli della Loggia, del Duomo, di Via Tosio n. 8 e di Via Tosio n. 1. Qui, nel Palazzo S. Paolo, “fortezza della spiritualità che si fa storia” ha operato la Fuci, l’AC, il Settimanale diocesano; a cento passi più avanti, nel Palazzo Bonoris al n. 8, c’era la sede storica della DC dove si è contribito a “costruire la città dell’uomo”. La gente veniva a cogliere la linea e a portare il contributo della propria concretezza. Il quadrilatero era affiancato dalle Acli e dalla Cisl che davano corpo alla presenza organizzata di tanti cattolici nella responsabilità civile. Esperienze di fede – conclude Migliorati – che alimentavano il valore dell’impegno politico all’interno di un progetto culturale e pastorale. Il racconto di Migliorati potrebbe continuare nella descrizione di altri centri culturali come le case editrici della Morcelliana, della Queriniana, di Studium e delle riviste de La scuola.
Questo il nostro passato. E oggi? Pur esile e sporadico, qualche segnale di ripresa compare sul fronte dell’impegno politico diretto dei cattolici in politica. Nel 2012 l’associazione Città dell’uomo ha realizzato un corso di formazione per amminstratori locali proprio nel Palazzo S. Paolo di Via Tosio n. 1. In queste settimane le ACLI ne stanno realizzando un altro, in tutta la provincia, per chi si candida ad Amministrare il Bene Comune, l’ABC dell’Ente locale. Per gestire anche un piccolo Comune occorrono valori e competenze. Temi come il bilancio e il Pgt, la tutela dell’ambiente e i servizi alla persona sono sempre più pressanti. Far quadrare i conti e garantire i servizi è impresa titanica.
Alla vigilia delle elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale in 147 Comuni della provincia, Antonio Vivenzi della segreteria del PD ha elaborato un elenco di 20 idee programmatiche che possono essere declinate nel corso della preparazione della campagna elettorale. La definizione del programma amministrativo tiene le porte aperte alla passione civile. Buon lavoro.

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