domenica 13 novembre 2016

Senatore Corsini...ma quale libertà di coscienza?


Riccardo Imberti
Mi chiedo come ci si possa appellare alla libertà di coscienza di fronte ad un voto che, il 4 dicembre, non riguarderà i principi fondamentali della Costituzione, ma semplicemente il rapporto tra Stato e Regioni, o le modalità più efficienti ed efficaci per fare le leggi. Il sen. Paolo Corsini lo sa bene, tant’è vero che “tende a precisare” a Beppe Pezzotti, nella lettera del 4 novembre a questo Giornale, che lui “propenderebbe” soltanto per il No alla riforma costituzionale, ma non vorrebbe prefigurare schieramenti politici con i compagni di viaggio No-global e No-euro. Eppure è recente il manifesto che presenta il sen. Corsini tra due importante relatori della Lega Nord, impegnati in un dibattito a favore del No in quel di Chiavenna. Immagine che farebbe accigliare il sen. Mino Martinazzoli che nel 1994 aveva preso proprio dalle mani di Corsini il testimone della candidatura a sindaco di Brescia per impedire il governo della città alla rampante Lega Nord per l’indipendenza della padania. Tirato per i capelli da Massimo D’alema, il senatore Corsini non si ritiene vincolato dal voto ricevuto dagli elettori bresciani, né dalla disciplina di partito. Non pensa che il No alla riforma costituzionale mantiene l’attuale assetto e quindi il ritorno al sistema elettorale proporzionale e quindi ad una prospettiva di governi di “larghe intese”, con drammatici dubbi sulla conseguente politica economica, sociale, europea, mediterranea e atlantica. La disciplina di partito non è più una virtù. Questa è la riforma della Costituzione che il Pd ha discusso, condiviso, modificato, plasmato e poi votato in Parlamento. Anche da parte del sen. Corsini, credo. Questo referendum, tra l’altro, deve essere collocato in un contesto complessivo di riforme volute dal governo sui temi del lavoro, della scuola, della pubblica amministrazione. Il partito democratico è giovane, ma è un partito, composto da cittadini semplici, militanti di base, intellettuali, impegnati a traghettare il centrosinistra italiano verso la modernità. Non avrebbe bisogno di essere diviso e lacerato.

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