Riccardo Imberti
Non se ne può più!!!!
Devo confessare che non
avevo nessuna voglia di parlare del condannato, ma la situazione mi è
parsa tanto grottesca, che non mi sono sentito di tacere (senza
utilizzare termini scurrili) per esprimere la mia forte irritazione
leggendo i titoli di tutti i più importanti giornali della
settimana politica trascorsa. Pagine e pagine per informarci
dell'indulto, della grazia, dell'agibilitá politica, degli incontri
tra falchi e colombe e narrare degli umori di un personaggio che,
dopo una condanna definitiva, dovrebbe solo tacere e ritirarsi di
buon ordine.
Nei paesi democratici
seri succede...da noi no.
Io spero tanto che il 9
di settembre non accada l'irreparabile, che il pd voti compatto la
decadenza da senatore del condannato e convochi al più presto il suo
congresso.
Se il pdl ritirerá i
suoi ministri e fará la scelta di mettere in crisi questa anomala
maggioranza, il pd non perda altro tempo, si attrezzi al meglio,
trovi i numeri per modificare la legge elettorale, denunci senza
timori la responsabilitá e i motivi della crisi e si prepari alle
elezioni.
Vi pare che l'Italia con
i problemi drammatici che vive, possa sostenere a lungo una
situazione di questo genere?
Di fronte ai gravi
problemi internazionali, con il ritorno del terrorismo nell'area
mediorientale, con la situazione esplosiva in Egitto e la drammatica
situazione della Siria
con possibili minacciosi venti di guerra, possiamo
continuare ad interessarci d'altro?
Mai come in queste ore mi
sono chiesto quando potremo vivere in un Paese normale. Un Paese nel
quale la consapevolezza delle
difficoltà, affermata e condivisa da tutti, si traduca in
comportamenti responsabili, l'interesse generale
prevalga sugli interessi particolari e i privilegi di pochi
siano sostituiti dalla garanzia dei diritti essenziali di tanti
giovani e tante famiglie.
Perchè questo possa
accadere è necessario che la classe dirigente politica, sindacale
ed economica, sia credibile agli occhi dei cittadini e con l'esempio
sappia dimostrare di essere al servizio di questo Paese malmesso,
togliendo privilegi fin troppo stridenti, in un periodo di profonda
crisi come il nostro.
Non servono atti eroici
ma piccoli segni non più rinviabili, che diano la misura della
volontá di voltare pagina: la riduzione dei costi della politica, la
trasparenza dei comportamenti tra ciò che si dice e ciò che si fa,
saper dire di no a rivendicazioni di carattere corporativo e premiare
attività produttive in grado di procurare occupazione regolare,
snellire la burocrazia
asfissiante della nostra pubblica amministrazione. rimettere
in agenda un progetto di valorizzazione del nostro patrimonio
artistico, ambientale e culturale.
Da quanto tempo ci
sentiamo fare promesse e programmi in questa direzione? Il governo
Monti pareva rappresentare l'occasione per far fronte ad alcuni di
questi problemi. Non è riuscito nell'intento. Ora non c'è più
tempo da perdere, se le larghe intese servono solo per salvare il
padrone del pdl, e peggiorare la credibilitá dell'Italia nei
confronti dei partner europei e mondiali, è meglio chiudere qui
l'esperimento, e ricorrere alla volontá popolare. Credo che sia la
cosa più utile per il nostro Paese.
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