giovedì 8 agosto 2013

E’ nata l’ “Associazione Umberto Ambrosoli”


Mario Gorlani

Dopo alcuni mesi di riflessioni di “metodo” e di “merito”, il 23 luglio è stata costituita a Milano l’associazione “Umberto Ambrosoli”, allo scopo di non disperdere le energie, la mobilitazione e l’entusiasmo che la candidatura di Umberto Ambrosoli alle ultime elezioni regionali aveva suscitato.

Negli scopi e nelle finalità che l’associazione declina non viene dichiarata alcuna collocazione politica. L’intento, infatti, è altro: “promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e la rigenerazione della politica locale intesa come linguaggio, approccio e metodo di esercizio della buona amministrazione”; “contribuire a far riavvicinare le nuove generazioni alle tecniche e ai linguaggi della gestione dei beni comuni e, in generale, alla gestione della res publica. Il singolo associato che decide di aderire alla associazione diventa un agente di sviluppo locale capace di valorizzare i territori e attrarre risorse umane (comuni cittadini, opinion leader, tecnici)”.

Si vuole cioè tentare di coinvolgere, nell’esperienza amministrativa e politica, capacità e passioni che la società civile “nasconde” e che possono costituire una risorsa preziosa per un autentico rinnovamento della partecipazione politica.

Il tema non è nuovo, perché tocca il nodo cruciale del rapporto tra “civismo” e partiti, che si ripropone ad ogni turno elettorale. Ma se, fino ad oggi, il “civismo” aveva interessato quasi esclusivamente le elezioni comunali – e Brescia, sotto questo punto di vista, non fa eccezione – nelle elezioni di febbraio 2013 esso ha coinvolto anche il livello regionale (Ambrosoli, appunto) e nazionale, come testimonia il nome che Monti ha dato al suo movimento (“Scelta civica”) e l’appellativo con cui i grillini chiamano i loro rappresentanti in Parlamento (“cittadini”). Segno che, in questa stagione post-ideologica, nella quale lo scontro tra sinistra e destra ha perso gran parte della sua carica sostanziale e si è ridotto ad una sorta di ennesima replica di un copione ormai consunto, sale con sempre maggiore insistenza la richiesta di un approccio più concreto, competente e disinteressato ai problemi del nostro Paese.

L’ “associazione Umberto Ambrosoli” costituisce il tentativo di dare una risposta a questa richiesta. Non è né vuole essere una corrente del PD, o un suo concorrente, ma il catalizzatore di persone che, in ogni Provincia e in ogni Comune, vogliano spendersi in un impegno politico e civile senza iscriversi ad un partito e senza sottostare alle sue liturgie (ben rappresentate, in questi giorni, dalla discussione sulle regole del prossimo congresso del partito democratico).

Avendo ben chiaro, però, il contesto in cui la candidatura di Umberto Ambrosoli è nata e l’orizzonte in cui si muoverà.

Umberto Ambrosoli non è iscritto al Partito Democratico, ma è stato il candidato del centro-sinistra, con cui ha condiviso un percorso politico e un programma, e i valori di riferimento di un progetto.

Lo sforzo, suo e dell’associazione che lo sostiene, è di mobilitare persone ulteriori rispetto all’elettorato tradizionale di centro-sinistra, ma non per metterli gli uni contro gli altri, quanto per unirne le forze in un progetto politico per la Lombardia più equo e moderno di quanto hanno espresso quasi venti anni di egemonia ciellina e leghista.

Non è un progetto facile, ma Umberto Ambrosoli – e il gruppo che lo ha accompagnato - ha dimostrato di avere le qualità e la statura per attuarlo soprattutto se il Partito Democratico ne continuerà a riconoscere lealmente la leadership, come ha fatto fino ad oggi. E i cinque anni che ci separano dalle prossime elezioni (o, magari, anche meno), passano più in fretta di quanto si pensi.






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