Riccardo
Imberti
da
qualche ora il parlamento è chiuso e riaprirà il 21 agosto per
discutere e spero approvare, la legge contro l'omofobia. Mentre sto
scrivendo un giovane di 14 anni si è suicidato perchè impaurito dal
clima venutosi a creare attorno a lui perchè gay.
Se
le camere sono chiuse il dibattito non si ferma e la situazione
politica si fa sempre più complicata e contradditoria. Basta leggere
le dichiarazioni di questi giorni: Letta: 'Governo più saldo di come
sembra'; Berlusconi: 'Via Imu subito o salta
tutto'. Insomma siamo in una situazione che non promette nulla di
buono dal punto di vista della stabilità e quindi, credo che
difficilmente queste “larghe intese” sapranno affrontare la crisi
e le tante difficoltà del Paese.
Il
Pdl preso com'è dalla vicenda del suo padre padrone, non pare
interessato ad altro che trovare una via d'uscita che consenta al
condannato Berlusconi di evitare il carcere o i servizi sociali.
Falchi e colombe con la tiritera “dell'accanimento giudiziario
contro il capo”, hanno come unico obbiettivo la ricerca di un
salvacondotto che consenta al condannato di tornare ad esercitare
l'arte che più gli si addice: inondare il Paese di demagogia con un
ritorno al passato.
Il
Pd a sua volta si trova in una fase di grande confusione; tanto
grande da non essere in grado neppure di decidere la data del
congresso. Ancora non sono riuscito a comprendere per quale motivo
sia stata convocata la scorsa settimana, la direzione del partito.
C'è da augurarsi che questi giorni di vacanza possano aiutare
Epifani e compagni, a schiarirsi le idee e sia ripristinato a breve
il buon senso.
Le
cose che il gruppo dirigente del partito democratico dovrebbe
decidere sono sostanzialmente due:
la
prima deliberare la data del congresso;
la
seconda che la si smetta di rincorrere l'agenda del centrodestra e
assuma una iniziativa efficace per far fronte alle priorità del
Paese e verificare se ci sono le condizioni per farvi fronte.
Per
quanto riguarda il primo punto non posso che riconfermare quanto
abbiamo scritto in queste settimane su questo blog. Dopo il
fallimento di Bersani e della sua proposta di forte radicamento
della “ditta” (mi risulta che il tesseramento abbia subito un
forte ridimensionamento), al partito democratico serve:
a)
un congresso che metta all'ordine del giorno idee forti e proposte
concrete in grado far fronte ai tanti problemi che vive il Paese;
b)
un congresso celebrato con le regole fin qui adottate: elezione del
segretario e dei suoi organi di governo, meno affollati e pletorici
del passato, attraverso primarie aperte a tutti i livelli (dal
livello nazionale a quello provinciale);
c)
un forte rinnovamento del gruppo dirigente, che sappia dare
l'immagine di una forza politica orientata al cambiamento nei
comportamenti e nel linguaggio.
In
questi giorni purtroppo, ciò che abbiamo visto e sentito andava in
tutt'altra direzione: accanto a un eccesso di tatticismo e allo
stato di confusione prevalente sul da farsi, abbiamo ascoltato
argomentazioni risibili e contradditorie, che non promettono nulla di
positivo perchè finalizzate unicamente al mantenimento dello status
quo. Anche a Brescia dobbiamo impostare un percorso di forte
rinnovamento, facendo appello a tutte le forze disponibili a
condividere una proposta politica convincente. L'intervista di
Antonio Vivenzi dei giorni scorsi sul Corriere della Sera -che
consiglio di leggere- mi pare un buon punto di partenza.
Per
quanto riguarda il secondo punto, ricordo che nel suo discorso di
insediamento il premier Enrico Letta non mancò di sottolineare che
il suo governo “di necessità”, aveva come obbiettivo quello di
fare un servizio al Paese attraverso interventi concordati capaci di
dare risposte urgenti alla pesante crisi economica e occupazionale.
Sono giorni che assistiamo annoiati ad un dibattito stucchevole
sull'imu, che, a detta di molti, applicata indiscriminatamente, non
solo non cambia la vita degli italiani ma finisce con conservare i
privilegi di chi ne ha già tanti. L'agenda delle priorità
suggerirebbe ben altro: pensiamo alla situazione di difficoltà dei
comuni bloccati da un patto di stabilità insopportabile, costretti
loro malgrado al taglio di servizi fondamentali per tante famiglie
che vivono il dramma della crisi e della mancanza di lavoro, ai tanti
giovani in cerca del lavoro che non c'è e vivono una condizione di
precarietà insopportabile, al tessuto produttivo delle piccole e
medie aziende che in mancanza dell'accesso al credito devono chiudere
le proprie attività, a stipendi e pensioni, di menager o supposti
tali, che fanno gridare allo scandalo per la loro esagerazione.
Una
lunga lista, interminabile, di cose che il governo dovrebbe porre
come primo punto dell'ordine del giorno e disinteressarsi dei
problemi giudiziari di Berlusconi, delle sue provocazioni sulla
giustizia, prendendo le distanze dai continui insulti alla
magistratura e la demagogia sull'imu.
Con
la ripresa di settembre se non sarà in grado di cambiare registro
credo che questo governo avrà vita breve e anche per queste ragioni,
la celebrazione del congresso dovrebbe suggerire una accelerazione
nella definizione delle formalità necessarie.
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