Luigi Accattoli
La
vita dev'essere difesa sempre, sin dal grembo materno, riconoscendo
in essa un dono di Dio e la garanzia del futuro dell'umanità, ma va
difesa anche nella cura degli anziani, specialmente dei nonni, che
sono la memoria viva di un popolo e trasmettono la saggezza della
vita”. Sono parole del Papa Francesco contenute in un messaggio ai
vescovi del Brasile, inviato ieri per la “Settimana nazionale della
famiglia”. E' almeno la quarta volta che il nuovo Papa afferma il
dovere della difesa della vita in ogni sua stagione: l'aveva già
fatto il 12 maggio salutando in Piazza San Pietro i partecipanti a
una “marcia per la vita”, il 16 giugno ancora in Piazza San
Pietro nell'omelia per la giornata del “Vangelo della vita”, il
17 luglio in un messaggio ai cattolici di Irlanda, Scozia,
Inghilterra e Galles. Sbagliano dunque quanti sostengono che
Bergoglio disattende la battaglia per la vita nella quale tanto si
erano spesi i predecessori Ratzinger e Wojtyla. Non la disattende, ma
la svolge con tre novità di rilievo: non entra in diretta polemica
con le leggi dei singoli Paesi, non scinde mai la difesa della vita
prenatale dalla difesa di ogni vita, non pone l'etica della vita al
cento della sua predicazione. Quattro sobri interventi in cinque mesi
(cadono oggi) stanno a dire che il tema non è trascurato, ma dicono
anche che il Papa non ne fa una priorità. Francesco condivide la
necessità della protesta per le leggi che non difendono la
“inviolabilità” della vita, ma evita di fare diretto riferimento
a leggi o progetti di legge: lascia quel compito ai vescovi dei
singoli Paesi. Quanto all'attenzione bergogliana a non lanciare mai
parole d'ordine sulla vita nascente senza evocare la difesa di ogni
altra vita, il messaggio di ieri è il più significativo dei quattro
proposti fino a oggi: in esso l'importanza del “grembo materno” e
degli anziani è detta con la stessa frase.
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