Riccardo Imberti
mentre da Rimini Enrico
Letta richiama la maggioranza delle larghe intese alla
responsabilità, affinchè possa cogliere e gestire i seppur flebili
segnali di ripresa e mentre richiama l'urgenza di cambiare la legge
elettorale come fecero a suo tempo Prodi, Berlusconi e Monti
(sappiamo come finì), si affaccia minacciosa ogni giorno di più, la
voglia, del condannato Berlusconi di rovesciare il tavolo....staremo
a vedere.
Ne frattempo, in questi
ultimi giorni di vacanza, occupiamoci un poco di ciò che accade in
casa nostra.
Nei giorni scorsi è
comparsa sulla pagina locale del Corriere della Sera, un'intervista
al segretario del PD bresciano Piero Bisinella. Il bilancio che lui
fa della gestione del partito è naturalmente positivo. A tale
proposito cita i risultati delle elezioni amministrative che hanno
visto prevalere il PD in comuni importanti, primo fra tutti il
capoluogo, tornato al centrosinistra sotto la guida di Emilio
Delbono. Sono dell'avviso che dobbiamo rallegrarci se alla guida
delle amministrazioni locali bresciane, i cittadini sono tornati a
premiare la buona tradizione di governo. Dopo le ubriacature delle
promesse leghiste di “padroni a casa nostra” a copertura al loro
sistema clientelare usato a piene mani e alle spese allegre dei loro
rappresentanti regionali era necessario un segnale di svolta.
La città è stata vinta,
grazie a belle candidature del pd e del centrosinistra, ad una
strategia delle alleanze intelligente, ma anche, io credo, al
contributo dato con la loro presenza, di Cesare Trebeschi, Matteo
Renzi e Umberto Ambrosoli. Il segnale di forte coesione tra passato
e presente, il richiamo al bisogno di forte rinnovamento della
politica e dei partiti, il coinvolgimento importante della società
civile, sono stati elementi decisivi, premiati dagli elettori
bresciani.
Certamente il congresso
bresciano del partito democratico dovrà riflettere su quanto è
accaduto e fare ricchezza di una campagna elettorale amministrativa
che ha dato risultati nazionali e locali positivi oltre ogni più
rosea previsione, ma anche, del calo allarmante di votanti.
Su quest'ultimo elemento
il segretario non fa parola e questo è la prima mancanza grave: non
possiamo dire che “è passata a nuttata!”.
In secondo luogo, se un
congresso s'ha da fare, una riflessione sul partito è d'obbligo.
Innanzitutto si deve
aprire una riflessione sugli organi dirigenti, sul loro funzionamento
e sui luoghi delle decisioni politiche, sul rapporto con gli eletti
in parlamento e in regione, sui circoli e le loro difficoltà, sul
superamento della fusione a freddo tra ex e la necessità di aprire
il partito ai cittadini. Temi da sempre all'ordine del giorno, ma
oggi più di ieri vanno affrontati, vista la distanza sempre più
marcata dei cittadini dalla politica e ancor più dai partiti e il
calo degli iscritti al PD che anche a Brescia si è verificata in
questi ultimi anni.
La seconda questione
riguarda la modalità di elezione del segretario. Dice Bisinella: in
attesa delle decisioni nazionali, primarie aperte, ma anche dei soli
iscritti sul livello provinciale. Avrei preferito che dichiarasse di
volere primarie aperte anche a Brescia. Non possiamo accettare di
essere catalogati dal livello nazionale, organismi marginali del
partito, democratici di serie B.
Infine credo che un
congresso debba consentire un confronto franco tra le varie
sensibilità presenti e tra i candidati che le rappresenta. Tali
candidature in nessun modo devono essere intese come un pericolo per
il partito; al contrario, una ricchezza da salvaguardare. È sempre
stato così e non vedo perchè non debba continuare. In questo senso,
le dichiarazioni del segretario provinciale mi sembrano oltre che
fuori luogo, anche un tantino vecchie e strumentali, in nome di un
unità del partito che afferma di rappresentare, tutta da dimostrare.
Non ricordo con precisione la maggioranza che lo ha eletto, ma mi
pare che in questi anni le cose siano cambiate anche da noi; se non
ricordo male, sono cambiate alleanze politiche in corso d'opera che avrebbero meritato una riflessione politica puntuale e più
approfondita. Ma anche noi viviamo di poca memoria e questo è un
guaio.
Io mi auguro che il
congresso di Brescia sia aperto, che le candidature siano libere da
condizionamenti e possano esprimere la loro idea di partito
liberamente. Mi auguro che si apra una fase nuova della politica
bresciana, capace di progettualità sui temi del futuro della
società, aiutati in questo anche dal contributo delle tante nuove
esperienze amministrative: un segnale di concretezza utile e prezioso
per i livelli regionali e nazionali.
C'è bisogno adesso di un
congresso capace di imprimere un segnale di profondo rinnovamento e
un radicale cambiamento riguardo ai costi della politica. Le
condizioni ci sono perchè Brescia torni ad essere un punto di
riferimento per la politica nazionale.
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