La tampa 15 febbraio 2014
Se Renzi fa Renzi dovrebbe procedere a spallate anche ora che ha buttato giù il governo.
Forse è l’unico modo, questo, per “cambiare verso” veramente.
Non andare alle consultazioni del Quirinale, (è pur sempre
segretario del primo partito del Paese e naturale candidato a diventare
il premier) è un segnale in questo senso.
Non si fermi, per carità.
Ve lo vedete trattare con Giovanardi e Dellai?
Io no.
Se Renzi fa Renzi deve strappare.
Non accetti nemmeno uno dei ministri di Letta (No, Matteo: nemmeno
Franceschini). Per tenere Lupi, Alfano o Mauro nell’esecutivo tanto
valeva rimanere con il precedente governo, no?
L’alleato principale dell’ancora-per-poco sindaco di Firenze è il
Parlamento stesso: o meglio nel terrore che i parlamentari hanno di
tornare al voto. E per di più con una legge che prevede il voto di
preferenza, loro - tutti eletti al riparo del caldo Porcellum.
Questa è la sua forza:
NCD potrà urlare finché vuole nel pretendere un governo “non di
sinistra e condiviso in toto nel programma” ma tornare al voto nel 2014
sarebbe un suicidio per Alfano e i suoi.
Pippo Civati, che in modo molto cinico (virtù che avrà imparato dal
suo ex amico Renzi) alza la posta e minaccia di rompere con questo Pd,
non potrà accodarsi al governo-Renzi se questi presenterà un programma
di alto livello, con una forte componente progressista.
Ha due strade davanti: cercare di accontentare tutti in un
compromesso al ribasso perenne , oppure non accontentare nessuno e
tirare diritto per la sua strada. Il suo jobs act, è già una base per un
programma di governo. Assuma quello e vada avanti.
Non c’è bisogno che i profeti del Renzismo entrino al governo (tanto,
i vari Baricco, Farinetti, Guerra, gli hanno già detto di no). Per i
fuochi d’artificio basta Matteo renzi. Trovi persone competenti anche se
ci mette un giorno in più a completare la sua squadra.
Solo così non fallirà. E soprattutto non falliremo noi.
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