martedì 18 febbraio 2014

“Cent’anni di differenza, ma capisco Matteo”. Parla il professor Cardini

Guido Moltedo 
Europa  

L'illustre storico fiorentino è amico del presidente del consiglio incaricato. E gli ha scritto una lettera d'affetto e di saggezza
“Sa perché Matteo mi è simpatico? Per un suo pregio – ma è anche un difetto – che è pure il mio. Comincia le cose, le comincia bene, ha originalità, ha energia, ha grinta, poi si stanca. Ne vuol fare delle altre. Spero che questa volta si fermi, spero che non voglia diventare presidente della repubblica o papa”. Storico di valore, intellettuale controcorrente, ironico e autoironico, osservatore critico dei fatti politici, ma anche protagonista della politica, come alcuni anni fa, quando si candidò, ma quasi per gioco, a sindaco di Firenze, la città di Matteo Renzi. Al quale ha scritto una lettera aperta. Che inizia così: “Signor Presidente, Illustre Segretario, Pregiatissimo Sindaco, Caro Matteo, (mentre scrivo, sei ancora – sia pure per poco – tutte queste cose)”. E finisce così: “Coraggio, Matteo; e che Dio, la Madonna dell’Impruneta nostra Patrona e san Giovanni Battista ti benedicano e ti aiutino. Con molti auguri e i più cari saluti di un concittadino che ti vuole bene e che sa che tu gliene vuoi”. Franco Cardini, settantasei anni, e Matteo Renzi, trentanove anni. “Cent’anni di differenza”, scherza Cardini.
Tra i due c’è buon feeling, anche amicizia, e nel giorno in cui Renzi accetta l’incarico di guidare un nuovo governo, ecco le considerazioni / i consigli del concittadino illustre, come sempre senza peli sulla lingua, sotto forma di lettera aperta, pubblicata sul suo blog ma fatta pervenire, “per rispetto”, anche in cartaceo. Con al centro un monito di saggezza, difficile da digerire in una giornata di “gloria” come quella di oggi: “Il bagno nel successo e nella popolarità lo hai già fatto: esci da quella doccia d’oro e preparati a qualche spruzzata d’insuccesso, a qualche schizzo di sfortuna; sappi che prima o poi, in questo paese allo sbando e alla rovina, dovrai adottare medicine amare per il tuo popolo, adottare e far subìre scelte impopolari. Stai avendo un gran bel Carnevale; preparati ad affrontare una dura Quaresima, fra qualche settimana, e prega Dio di farcela a sostenerla e a superarla. Se ti capiterà di cader vittima della sfiducia, rileggiti la poesia If di Kipling: essa ti ricorderà che i vincenti non sono quelli che vincono sempre e di continuo, ma quelli che sanno affrontare con pari sicurezza, pari serenità e pari forza d’animo entrambi quei due grandi Impostori che sono la Fortuna e la Sfortuna, il Successo e l’Insuccesso (Triumph and Disaster)”.
Professore, lei lo conosce bene Renzi. Anche se con idee diverse, spesso molto diverse, è un suo sostenitore…
Sì, lo conosco bene, Matteo. E ho un pochino di apprensione per lui, perché ha dinanzi a sé un compito difficile, una strada piuttosto in salita. Da leader consumato quale è, nonostante la giovane età, ha fatto di tutto per far credere di essere stato lui il grande regista di tutto l’evento. Però si è anche fatto scappare in un paio d’occasioni che s’era immaginato un altro percorso (magari con quel punto di arrivo, che è anche legittimo per uno che fa politica, ci mancherebbe) e ha fatto capire che, suo malgrado, è stato tirato dentro per i capelli dagli eventi. D’altra parte, la considerazione enorme che lui ha per i media e i media hanno per lui, ne ha fatto una sorta di messia, con il risultato che intorno a Renzi ci sono aspettative che, secondo me, sono obiettivamente superiori ai suoi meriti, che ne ha certamente, e tanti, e alle sue possibilità. Il paese è veramente ridotto in zoccoli e mutande e Matteo non ha la bacchetta magica.
Un messia di 39 anni.
Già, qualcuno ha detto malignamente: ma guarda che coincidenza, anche Mussolini aveva 39 anni quando divenne presidente del consiglio. E allora? Io sono tendenzialmente vegetariano e mi piacciono i cani lupo, come Hitler: e dunque? L’età non vuol dire nulla, anche se essa ha giocato ed è stato uno degli elementi di sblocco in un paese caduto nella gerontocrazia, e non se ne poteva più. Un paese nel quale un quasi ottantenne, anche se finalmente ha smesso di farsi quel maquillage orribile, non fa altro che dire – divertentissimo, no? – che abbiamo perso vent’anni, e bisogna fare le riforme. La faccenda dell’essere non ancora quarantenne è molto importante, significa avere energia, e all’obiezione che non ha esperienza è molto facile opporre la controbiezione di quanto hanno combinato quelli che l’esperienza ce l’avevano. Lui ha molte frecce al suo arco. Il suo programma, ancora non si è ancora visto. Certo ha già fatto una cosa splendida. È riuscito a scardinare il centrodestra e il centrosinistra insieme. Il che vuole dire che sta marciando nella sua direzione strategica.

Renzi stratega?

Non so quanto sia un buon tattico – di buoni tattici ne abbiamo avuto tanti, anche Casini e Fini lo erano e sappiamo che fine hanno fatto – ma credo che sia un discreto stratega. Ed è chiaro quel che vuol fare. A mio avviso intende eliminare le frange di eccessiva sinistra, e per lui l’eccessiva sinistra comincia molto presto, vuole prendersi l’elettorato che gli spetta, l’elettorato moderato, disorientato, non tanto disorientato e non tanto poco serio da andare con Grillo. Vuol dire dar vita a una grossa forza elettorale di centro, in un paese dove il bipartitismo non attaccherà mai.
Questa è una sua fissazione…
Non è una fissazione mia, io registro una fissazione italiana, e sono convinto che lui ci stia provando, con buone possibilità di riuscirci. Si è detto troppo è un ragazzo fortunato. È anche uno che ha saputo muoversi politicamente. Come ha distrutto in pochi colpi Berlusconi e Alfano, obbligandoli a litigare tra loro, è stato un colpo da maestro! Con Berlusconi che credeva di averlo messo nel sacco, e poi si è accorto che è successo il contrario. E non se la poteva prendere con Renzi, uno non se la prende con chi ti fa passare per bischero. Ma con l’utile idiota. Renzi è una spanna più su di chi gli sta intorno, e questo è pericoloso perché si è più vista e più esposti.
Renzi fiorentino. Pure la stampa internazionale sottolinea il fatto che è fiorentino, che è sindaco di Firenze. La fiorentinità funziona…
Ma è pericolosa, è a doppio taglio, i fiorentini sono simpatici. I fiorentini sono diventati i migliori comici italiani. E poi il mito di Firenze. Il fascino di Firenze. Ma c’è anche il suo contrario. I fiorentini lo sanno bene, sanno anche di meritarselo. In fondo in fondo sono oscuramente antipatici, sono oscuramente odiati, dal resto della Toscana è sicuro, con questa storia dell’essere i primi della classe. In questo Matteo esagera.
Entrerà nel governo Renzi?
Io voglio bene a Matteo, io credo che a un certo momento ha avuto la follia di pensare che potessi essere coinvolto in qualche cosa di governo fiorentino, poi si deve essere reso conto che sono piuttosto refrattario a questo tipo di cose, sono un libertario, non sono a caccia d’incarichi, altrimenti a quest’ora starei a Roma a genuflettermi, ma a 76 anni genuflettersi fa male alle ginocchia, ci si alza a fatica. Gli voglio bene, lo stimo, credo che lui voglia bene a me, mi stimi, ciò detto credo di essere uno dei pochissimi amici, non proprio fraterni, anche perché ci sono cent’anni di differenza tra me e lui, ma neppure lontani, che non gli ha mai chiesto un accidente.

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