lunedì 3 febbraio 2014

La democrazia del rispetto


Laura Venturi
 

"Siamo di fronte ad una vera emergenza democratica. Lo dico senza mezzi termini: è evidente la natura eversiva di quello che sta succedendo. Il Movimento Cinque Stelle attacca le istituzioni, il presidente della Repubblica, il capo del governo, e attacca me". "Io, terza carica dello Stato, cui viene riservata, in quanto donna, una aggiuntiva e terrificante aggressione sessista. Lo ripeto: è in corso un attacco alla democrazia che riguarda anche la libertà di stampa. Mi riferisco ai giornalisti messi alla gogna sul blog di Grillo, al capogruppo Pd Roberto Speranza che si vede ostacolato l'accesso in sala stampa a Montecitorio. I cittadini l'hanno capito. Questo non è dissenso: questi sono atti violenti e intimidatori...". 
 

Sono le parole pronunciate la sera del 1 febbraio dalla presidente della Camera Laura Boldrini, dopo una serie di risse e attacchi verbali di cui si sono fatti promotori alcuni esponenti del M5, con offese che non hanno risparmiato le più alte cariche dello Stato, la tremenda accusa rivolta al Presidente Napolitano dal deputato dei 5 Stelle Giorgio Sorial, le vergognose parole pronunciate nei confronti di alcune deputate PD da parte di Massimo de Rosa, altro deputato M5S, per passare al web dove Grillo ha chiesto di commentare il post di un attivista che domanda «cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?» ed un altro militante ha postato un’immagine nella quale l’ultimo libro di Corrado Augias, reo di aver criticato il movimento, finisce tra le fiamme.

Poco dopo il post con l’immagine del libro bruciato qualcuno sul web ha giustamente ricordato una frase di Heinrich Heine che recita “ricordatevi che prima si bruciano i libri e poi si bruciano gli uomini”. Heine scrisse la tragedia Almansor da cui è tratta la citazione intorno al 1820, quindi ben prima che il mondo conoscesse la barbarie del nazismo e del fascismo e la tragedia dell’Olocausto, ma il rogo dei libri è una costante nella storia degli ebrei perché trasformare in cenere i loro libri, soprattutto i testi sacri, significava cercare di annullare la loro stessa esistenza.

Paralleli solo apparentemente eccessivi con ciò che sta accadendo ai nostri giorni, con il Parlamento trasformato in un ring davanti agli occhi attoniti di milioni di italiane e di italiani (o di cittadine e cittadini nell’espressione tanto cara alle donne e agli uomini M5), con le principali cariche dello Stato vilipese e offese, con una deriva sessista che non risparmia frasi e gesti che nessuno di noi, nessuno, mai si sarebbe aspettato e mai avrebbe voluto udire, tanto meno in Parlamento.

La definizione usata da Augias, che gli è costata l’ira di alcuni (spero solo alcuni) del movimento, ruota intorno ad un’espressione da lui pronunciata durante una recente trasmissione nella quale, riferendosi al comportamento tenuto da alcuni deputati M5, ha parlato di “fascismo inconsapevole”, e come tale particolarmente rischioso perché agito da persone che in molti casi non hanno memoria della storia. E allora ritornano in mente parole pronunciate quasi un secolo fa ma che devono essere di perenne monito alle prossime generazioni quando Mussolini nel discorso del bivacco disse “potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli; potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo voluto”."

Sono immagini e parole quelle circolate nei giorni scorsi nelle aule parlamentari delle quali come cittadina e come donna mi vergogno profondamente e che mai vorrei che i miei figli, ancora troppo piccoli per capire la politica, dovessero vedere e sentire perché cariche di odio e anticamera della dittatura, come ha giustamente detto Laura Boldrini. 
 

Sono immagini e parole che non possono e non devono rientrare nella storia di un Parlamento che sta faticosamente cercando di uscire da anni di immobilismo affrontando tematiche fondamentali per il Paese quali la riforma elettorale, la modifica del Senato, la riforma del titolo V della Costituzione, per poi passare ai grandi temi che riguardano la vita di ognuno di noi, ossia la riforma del mercato del lavoro, della scuola, del welfare.

Infine, sono immagini e parole che hanno offeso non solo le più alte cariche dello Stato ma la dignità di ogni donna italiana che si è sentita umiliata e derisa, nella più becera forma di pregiudizio sessista che nelle donne che hanno raggiunto posizioni di rilievo, in politica o in ogni altro ambito della società, non vede soggetti portatori di capacità proprie ma oggetti di scambio di bisogni maschili.

E tutto ciò accade in un paese nel quale il femminicidio è diventato un fenomeno endemico con una donna uccisa ogni tre giorni, con violenze che si consumano nella maggior parte dei casi fra le mura domestiche e che dimostrano quanto questi fenomeni affondino le loro radici in un terreno fertile, dove equilibri di potere malati e stravolti gettano le basi della violenza di genere.
 

C’è molto, moltissimo da fare da parte di uomini e donne, di cittadine e cittadine che hanno davvero a cuore il bene del nostro paese, e che a partire dal rispetto delle istituzioni fino al rispetto di ogni singolo essere umano vedono le fondamenta del vivere democratico e le basi per costruire insieme il futuro.

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