Letta avrebbe evitato il dibattito parlamentare. Può farlo
diventare utile se serve a dimostrare a tutti che davvero Forza Italia
non conta più. E se con Renzi ci si dà un piano comune.
La chiamano «vendetta». E già l’evidente esagerazione dà conto
del basso potenziale delle armi rimaste in pugno a Forza Italia ora che
s’è messa fuori dalla maggioranza. L’aver convinto Napolitano della
obiettiva necessità di un passaggio parlamentare che ridia legittimità
al governo dopo la rottura è stato al massimo un dispetto per Enrico
Letta. Il quale si sarebbe risparmiato quel dibattito (durante il quale
lui e Alfano rischiano la parte di due San Sebastiano), ma sta già
lavorando per trasformarlo in qualcosa di politicamente utile.
Che la discussione parlamentare sui nuovi equilibri non potesse che
svolgersi dopo l’8 dicembre appare semplicemente rispettoso del senso
comune. Se i berlusconiani reagiscono malissimo al calendario di Letta è
perché già vedono il lato negativo della posizione che hanno scelto di
prendere: dall’8 in avanti, loro e Beppe Grillo potranno sparare contro
palazzo Chigi e contro i «traditori» tutte le bordate che vorranno. Sarà
però chiaro, davanti all’intera opinione pubblica, che ormai chi decide
in Italia sono il capo dello stato, il presidente del consiglio, il suo
vice e il nuovo segretario del Pd, presumibilmente Matteo Renzi.
A seguire le voci di Transatlantico, tutto sembra sempre rientrare
dentro chissà quali strategie e mosse geniali. «Sarà Renzi a farci il
favore di far fuori il governo», pare la più astuta di tutte. Non se ne
vuole vedere la controindicazione: che se i tempi e l’intera agenda
della politica li decidono i tuoi peggiori avversari, e due di questi
stanno nello stesso partito, sono amici da molti anni e dicono anche di
aver stretto un patto fra loro, allora con tutta la tua astuzia sei
condannato a non toccare palla per un bel po’.
Non siamo così naif o partigiani da sentirci sicuri di
questo vantaggio: Letta e Renzi saranno capaci di approfittarne, una
volta che entrambi potranno considerarsi saldi nelle rispettive
postazioni? Il Pd dopo le primarie sarà così intelligente da mettere in
piedi (e poi condividere e sostenere tutti insieme) una strategia per il
2014 sicuramente complicata e rischiosa, ma molto promettente?
O come primo atto della nuova stagione si cercherà di ridimensionare
il nuovo leader, come usava fare appunto nei partiti “di una volta”?
Così, tanto per fare a Forza Italia il favore di rimettersi al loro
livello.
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