Riccardo
Imberti
Il
congresso provinciale del Partito Democratico di Brescia tenutosi
sabato 9 novembre, ha eletto segretario Michele Orlando. Buon lavoro
al nuovo segretario!
La
consultazione dei circoli del 27 ottobre scorso, aveva dato un
risultato del tutto inaspettato. Le differenze tra i tre candidati
erano talmente risicate che suggerivano di procedere, con
responsabilità, nella ricerca dell'unità.
Michele
Orlando, il più preferenziato, il giorno successivo all'esito,
attraverso gli organi di stampa, dichiara di essere pronto a fare un
passo indietro, se questo servisse a ricomporre l'unità del PD e
riconoscendo l'ottimo risultato di Antonio Vivenzi, si dice
disponibile ad orientare i propri delegati sul suo nome. Piero
Bisinella, segretario uscente, dapprima dichiara di essere
disponibile a fare, non uno, ma cinque passi indietro, sul nome di
Vivenzi, poi, cambia parere e, appellandosi ad un interpretazione
discutibile del regolamento, dice di voler andare alla conta.
Nella
giornata di sabato, Vivenzi e Orlando presentano un documento-mozione
per l'unità del partito, sottoscritto da 62 delegati su 103, ma la
presidenza non lo mette ai voti appellandosi alla decisione del
comitato dei garanti, approvata da 4 dei 21 componenti iniziali
a seguito di dimissioni. Sin qui i fatti di una giornata faticosa.
Alla
cronaca, mi pare utile aggiungere una valutazione politica del
congresso bresciano. Il gruppo che faceva capo a Vivenzi, dopo aver
ottenuto l'ottimo risultato di consenso degli iscritti, aveva una
grande responsabilità politica. In primo luogo, per ciò che
rappresentava la proposta di rinnovamento di Vivenzi.
Conseguentemente al quadro emerso dal congresso, la consapevolezza
che si rendeva necessaria una risposta forte e unitaria alla guida
del Partito Democratico, in grado si porre fine al conflitto
permanente e spesso personale delle altre due candidature. Una
situazione che necessitava di gesti coraggiosi e una disponibilità
ad alcune rinunce per un obbiettivo superiore. La proposta di Vivenzi
a segretario non è stata fatta a fini di potere, approfittando di
essere ago della bilancia, ma al contrario, come servizio,
consapevoli delle difficoltà che comportava.
Questa
proposta, è stata accolta Orlando, non credo strumentalmente,
ma non da Bisinella. La scelta di quest'ultimo, del tutto legittima,
forse contando in una frattura del gruppo di Vivenzi, ha riportato le
lancette a sabato 27, lasciando in campo Orlando e Bisinella e a quel
punto si trattava di scegliere fra i due. In questo difficile
passaggio è emersa con tutta evidenza, la maturità del gruppo di
Antonio Vivenzi che, senza farsi incantare dal richiamo degli
affetti, ha scelto la persona che a Brescia, ha assunto un
comportamento politico più maturo. Alla fine la scelta di votare
Orlando, che sulla carta, pareva essere politicamente la più
distante è stata la più convincente. Non è con questo che si è
risolto il problema del partito a Brescia. La strada dell'unità e
del rinnovamento, sono obbiettivi irrinunciabili e chi ha scelto
Antonio dovrà essere ancor più esigente nel pretenderla e
percorrerla.
Ora
si riparte, si apre la partita nazionale e anche a Brescia, dobbiamo
coinvolgere tutte le energie disponibili, per fare in modo che Matteo
Renzi, raccolga un vasto consenso e possa realizzare le cose che da
tempo va dicendo di voler fare.
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