Pierluigi Castagnetti
17 giugno 2015
Adesso che sono finiti tutti i turni
elettorali non si potrà pensare a un mio secondo pensiero. Debbo dire
che nelle ultime settimane sono stato colpito da come le televisioni
hanno trattato la questione degli immigrati. Non mi hanno sorpreso le
televisioni private che hanno obiettivi di audience evidenti. Mi
riferisco ai canali Rai che, essendo pagati da noi cittadini e dallo
Stato, dovrebbero sentire la responsabilità di una informazione semplicemente
obiettiva e non interessata ad alimentare sentimenti di paura e
persino di panico nella popolazione, rincorrendo le reti commerciali e
gossipare. Non si dica che quanto accaduto alle stazioni di Milano e
Roma Tiburtina e a Ventimiglia erano innocenti notizie che dovevano
essere date. E si diano, perbacco! Ma istituire in quei siti dei veri e
propri punti fissi di collegamento multiquotidiano con tanto di inviati
speciali,pronti a indugiare sui lati più morbosi della notizia, risponde
non all'esigenza di una informazione corretta ma a quella di una
informazione finalizzata. Mentre il paese è impegnato in una difficile
e, come si vede pressochè solitaria, impresa di civiltà e di recupero
del valore dell'umano, che ci siano mezzi di cosiddetto servizio
pubblico che si compiacciono di fomentare vero e proprio allarme sociale
a me pare grave. Semplicemente grave. Se poi la questione riguarda
solamente la professionalità modesta dei giornalisti che trattano il
tema (non è vero, perché è proprio l'impaginazione del giornale che
rivela una intenzione precisa), si consigli loro di leggere gli
editoriali di domenica scorsa di Mario Calabresi e Adriano Sofri così
imparano qualcosa. PS: non replicherò alle prevedibili accuse di
attacco alla libertà di informazione perché le considero infondate: io
rispetto la libertà di tutti, a partire da quella dei giornalisti, ma
rivendico il diritto di giudicare.
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