ANDREA TORNIELLI
Vatican Insider
Vatican Insider
Roma 18 giugno 2015
Dalle mense ai dormitori, dagli
ambulatori ai centri di ascolto: dopo le provocazioni di Salvini un
viaggio tra le iniziative di parrocchie, Caritas e fondazione
Migrantes
«Quanti rifugiati ci sono in
Vaticano?», ha domandato Matteo Salvini rispondendo alle parole del
Papa. Negli ultimi mesi Francesco ha voluto dare un segno tangibile
di vicinanza agli homeless aprendo per loro un servizio docce e
barberia sotto il colonnato di San Pietro. Si sta realizzando un
dormitorio che avrà una trentina di posti letto, e dal Vaticano
partono derrate alimentari da distribuire ai poveri della capitale.
Ma è la Chiesa in Italia, con la Caritas, la fondazione Migrantes e
le parrocchie, a svolgere un servizio capillare per l'aiuto
agli immigrati.
Le strutture legate alla Chiesa
negli ultimi anni hanno dato la disponibilità ad accogliere 10mila
migranti. Un numero che è andato aumentando. Il lavoro sociale delle
23.000 parrocchie, attraverso la rete dei centri di ascolto, hanno
generato migliaia di servizi di prima necessità (mense, prestiti,
ambulatori, dormitori) che oltre a servire gli italiani in difficoltà
servono anche i poveri migranti. Si tratta di oltre 1500 servizi ai
migranti.
Per citare soltanto la distribuzione dei pasti, le mense
per i poveri sono 449, per un quarto promosse dalle parrocchie, per
un altro quarto dalla Caritas, per un terzo da ordini e congregazioni
religiose, per l’ultimo quarto da realtà diverse come le diocesi.
Il dato relativo al 2009 indicava un totale di 6 milioni di pasti
erogati. Oggi queste cifre vanno decisamente ritoccate al rialzo.
«Considerato come le mense prive di aiuto pubblico siano quattro su
cinque - ha scritto Giuseppe Rusconi, nel libro "L'impegno"
(Rubbettino) - e che un pasto ha mediamente un valore monetario di
4,5 euro, si può calcolare che in questo campo la Chiesa faccia
risparmiare allo Stato non meno di 27 milioni di euro l’anno.
Servizi di tutela per gli immigrati
impiegati in lavori precari sono stati approntati dalla Caritas, con
il Progetto Presidium in 10 diocesi italiane, e la fondazione
Migrantes con il progetto «La legalità paga». Sono nati centinaia
di doposcuola nelle parrocchie e negli oratori per i figli di
immigrati, le scuole cattoliche si sono aperte alla presenza dei
bambini stranieri (oltre il 12% delle presenze, superiore alla scuola
pubblica), sono nati asili multietnici. Gli oratori sono diventati
quasi una seconda casa per molti bambini e ragazzi immigrati (6
su 10 li frequentano). Sono attive anche iniziative di aiuto al
ricongiungimento familiare, attraverso la disponibilità di case o
attraverso progetti di Housing sociale (a Torino, Firenze, Milano,
Cremona).
Un impegno importante che si sta
rafforzando nelle diocesi è la tutela dei minori non accompagnati –
oltre 13.000 oggi – attraverso una rete di affidi familiari.
L’Associazione «Accoglirete» nata in parrocchia a Siracusa e ad
Augusta, si è già impegnata nella tutela di 1000 minori, senza
alcun compenso. E non va dimenticato che la fondazione Migrantes ha
approntato da 4 anni un fondo per il rimpatrio delle salme dei
migranti che muoiono in Italia e non hanno familiari: oltre
200.000 euro per contribuire a circa 190 rimpatri in 32 nazioni
del mondo.
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