PAOLO RODARI
La Repubblica 21 giugno 2015
Il Papa del popolo “Il salvataggio
delle banche pagato dai deboli”
Protesta «sorella
terra » per il male che le facciamo. Pensiamo di essere «suoi
proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla». Mentre «i
cambiamenti climatici», causati anche da noi, sono «la sfida
principale dell’umanità ».
L’incipit di “Laudato si’”,
l’enciclica di Francesco sulla «cura della casa comune», resa
pubblica ieri (246 paragrafi divisi in 6 capitoli), non fa sconti. E
disegna un’impietosa critica globale al sistema di sviluppo che
schiavizza il mondo e lo spinge alla deriva, all’auto-annientamento.
Mentre «il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il
prezzo alla popolazione, riafferma un dominio assoluto della finanza
che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una
lunga, costosa e apparente cura». Seppure, spiega a Repubblica
Victor- Manuel Fernandez, teologo argentino vicino al Papa, «il
cuore della critica papale non è soltanto all’ economia, ma anche
agli uomini: senza riconoscere gli altri non può svilupparsi una
sana economia ».
Il vescovo di Roma che viene da un
Paese «quasi ai confini del mondo», ricco di risorse ma sfruttato
dalla globalizzazione mercatista, sa di cosa parla quando in alcuni
paragrafi di una lettera rivolta «a ogni persona che abita questo
pianeta» entra al cuore del problema: la cieca pulsione
accumulatrice ha effetti devastanti perché ha a disposizione «nuove
forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico». Una potenza
senza limite, che si scatena senza poter essere contenuta dalla
debolezza della reazione politica internazionale. Qui cita Romano
Guardini, teologo italo- tedesco a lui caro, che già aveva
denunciato i limiti dell’antropocentrismo moderno che «ha finito
per collocare la ragione tecnica al di sopra della realtà, tanto che
non sente più la natura né come norma valida, né come vivente
rifugio». Spiega ancora Fernandez: «Si tratta di una messa in
discussione del tremendo potere legato al paradigma
tecnologico-economico, che determina la vita delle persone e il
funzionamento della società, che pervade tutto e produce una
modalità di comprensione riduttiva della vita e della società
stessa». Un sistema – scrive la teologa Cristina Simonelli in una
prefazione all’enciclica editata da Piemme – che pensa che il
mondo sia «destinato a una crescita economica indefinita ». Mentre
non è così.
LA DECRESCITA
Francesco non ha soluzioni certe. Ma
indica alcune vie di salvezza per uscire dalla crisi ambientale.
Anzitutto la decrescita. Scrive: «È arrivata l’ora di accettare
una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse
perché si possa crescere in modo sano in altre parti».
LA SOBRIETÀ
Oltre alla decrescita, la sobrietà: «È
importante accogliere un antico insegnamento, presente in diverse
tradizioni religiose, e anche nella Bibbia. Si tratta della
convinzione che “meno è di più”. È un ritorno alla
semplicità».
LA PROPRIETÀ PRIVATA
Amare il creato può portare anche a
rinunciare alla proprietà privata: «La tradizione cristiana non ha
mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla
proprietà privata».
IL RISCALDAMENTO E IL MARE
È spesso l’uomo la causa dei
problemi ambientali: «Numerosi studi scientifici indicano che la
maggior parte del riscaldamento globale è dovuta alla grande
concentrazione di gas serra emessi soprattutto a causa dell’attività
umana». Anche «l’innalzamento del livello del mare può creare
situazioni di estrema gravità».
ISTITUZIONI MONDIALI FORTI
Per invertire il degrado ambientale e
creare sviluppo sostenibile si rende «indispensabile lo sviluppo di
istituzioni internazionali più forti e efficacemente organizzate ».
GUERRE NUCLEARI
Altrimenti tutto può accadere: «La
guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e i rischi diventano
enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche».
LA MAESTRA ELEMENTARE
Invece occorre ripartire dalle cose
semplici. E per insistere su ciò il Papa ha voluto che ci fosse ieri
a presentare l’enciclica in Vaticano anche Valeria Martano, una
maestra elementare della periferia di Roma.
IL PLAUSO DI OBAMA
Ma anche i potenti applaudono. Scrive
Obama: «Do il benvenuto all’enciclica. Ammiro profondamente la
decisione del Papa di sollevare il caso per un’azione globale sui
cambiamenti climatici».
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