Massimo Gramellini
La Stampa 12 giugno 2015
Franco Bonini, bolognese, pensionato e
guardone ostinato di cantieri con una predilezione spiccata per
quelli stradali è stato nominato direttore dei lavori ad honorem
dall’amministrazione comunale di San Lazzaro di Savena. La nomina
del Bonini spalanca scenari interessanti per le migliaia di indomiti
lavoratori a riposo che dedicano una porzione cospicua del proprio
tempo alla contemplazione di una buca. A Bologna li chiamano umarell.
Gli operai ruotano, gli ingegneri si assentano, ma loro restano
inchiodati al suolo, memoria storica del quartiere e del cantiere.
Nulla sfugge a quegli occhi velati da un’ombra di malinconia.
Possono distogliere lo sguardo solo se alle loro spalle un
automobilista (di solito io) cerca di incastrare la sua vettura in
mezzo alle altre, parcheggiate fin troppo bene. Allora si dedicano
all’osservazione delle mosse dell’intruso con cipiglio attento ma
equanime, pronti a registrare e, nel caso a segnalare, lo sfioramento
di qualche carrozzeria collaterale.
Si accorgono di tutto, eppure finora
nessuno sembrava essersi accorto di loro. La carica onorifica
dell’umarell di San Lazzaro va accolta come un primo parziale
risarcimento. Chi non vorrebbe una società capace di valorizzare le
persone che pensano di non servire più a niente? Testimoni di un
mondo più lento e preciso. Il pensiero corre all’anonimo
correttore di bozze che ogni mattina spedisce a «La Stampa» la
lista dei refusi figli della fretta che il suo occhio di falco ha
scovato sul giornale. Il minimo che si possa fare è nominarlo
caporedattore ad honorem.
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