Corriere della Sera 28/06/15
Alessandra Arachi
La scommessa è di portare a casa il
risultato entro l’estate. Una maggioranza trasversale che accanto
al Pd veda il Movimento 5 stelle, Sel e qualche liberale di Forza
Italia potrebbe farcela a far passare il disegno di legge sulle
unioni civili fra persone dello stesso sesso. In commissione. E alla
fine anche in aula.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi
proprio la settimana scorsa ha ribadito la volontà di riprendere
questo tema. E adesso che, dopo l’Irlanda e dopo il Parlamento
europeo, è arrivata anche l’America a dire il suo forte «sì» ai
matrimoni fra omosessuali, la posizione del nostro Paese diventa
sempre più di minoranza rispetto al mondo e non soltanto rispetto
all’Europa.
Il disegno di legge in discussione al Senato non
parla di matrimoni gay, bensì di unioni civili secondo il modello
tedesco che prevede anche la step child adoption , ovvero la
possibilità di adottare il figlio biologico del compagno.
Ieri
dal Gay Pride di Milano ha fatto sentire la sua voce anche il
ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: «È ora di una
legge moderna sulle unioni civili anche in Italia», ha dichiarato.
I numeri, teorici, per una maggioranza che faccia passare il disegno
di legge sulle unioni civili ci sono. Nella realtà, tuttavia, pesa —
e non poco — l’incognita degli emendamenti.
Erano poco più
di quattromila, circa. Sono stati praticamente dimezzati dal
presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma, di
Forza Italia. Ma sono comunque tanti, una montagna, difficile da
scalare.
Si può immaginare un calendario fitto fitto della
commissione che preveda sedute notturne per esaminare gli
emendamenti. Si può anche immaginare di far arrivare il testo in
aula senza esaminare gli emendamenti grazie ad un voto di fiducia.
Non si può sperare che chi ha firmato quella valanga di correzioni
le ritiri, visto che sono stati presentati proprio per fare
ostruzionismo.
Lucio Malan, Forza Italia, da solo ne ha
sottoscritti più di 700. E non è soddisfatto nemmeno degli
emendamenti presentati proprio in queste ore dalla relatrice, la
senatrice Monica Cirinnà, del Pd.
Dice infatti il senatore
Malan: «Con un emendamento la relatrice ha voluto cancellare la
parola “vedovile” dal testo, così da togliere un’equiparazione
al matrimonio. Ma è un emendamento ipocrita: tutto l’impianto del
disegno di legge è fatto per equiparare queste unioni civili fra
persone dello stesso sesso al matrimonio».
I senatori della
commissione hanno tempo fino a domani pomeriggio per presentare
subemendamenti agli emendamenti della relatrice. Poi si dovranno
prendere delle decisioni.
Il presidente della Commissione
Giustizia Nitto Palma ha più volte fatto sapere di non avere
intenzione di dedicare tutto il tempo del suo organismo parlamentare
all’esame degli aggiustamenti sulle unioni civili. Ma è anche vero
che il presidente Francesco Nitto Palma è in scadenza e sono
prossime le elezioni per eleggere il suo sostituto. Al più tardi a
settembre, secondo la prassi parlamentare.
Oltre che su M5s e
Sel, il Pd può contare per l’approvazione su un’area liberal
dentro Forza Italia e anche sull’Ncd, sebbene sia Fabrizio
Cicchitto sia Nunzia De Girolamo — i più aperti del partito dove
ci sono oppositori duri, come Carlo Giovanardi e Maurizio Sacconi —
siano alla Camera e non al Senato.
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