A Capannori, in Toscana, dove la differenziata supera l'80 per cento. Il sindaco: "Le nostre tasse sulla spazzatura le meno caredella Regione". Raccolta porta a porta con sessanta addetti, tutti giovani e assunti in forma stabile
di JENNER MELETTI
CAPANNORI (LUCCA) - Tutto merito di un "mago". Solo
nel paese delle meraviglie infatti si possono vedere scene come questa:
alla stessa ora tutti i cittadini escono di casa e portano fuori quella
che in troppa parte d'Italia si chiama "spazzatura" e che qui invece è
stata ribattezzata "risorsa". Lia ed Elisa escono dal loro cancello in
via Casalino, posano il sacchetto e si guardano intorno: tutti hanno
fatto il loro dovere, non c'è uscio senza il sacchetto marrone
dell'organico. Domani toccherà al "multimateriale leggero", poi al "non
riciclabile", arriverà il giorno della carta... Meglio tenere il
calendario in bella vista, per non sbagliare. Se dimentichi la consegna,
non puoi buttare tutto nel cassonetto, magari di notte. I cassonetti, a
Capannori, non ci sono più. Meglio essere puntuali con i ragazzi e le
ragazze che arrivano davanti a casa, con un'Ape car a metano, a
"prendere la consegna".
Si mette a ridere, Rossano Ercolini, maestro
elementare. "Sì, i miei alunni mi chiamavano mago. È successo nel 1995,
quando c'era una lotta in tutto il paese contro la proposta di un
inceneritore. Io compresi che non bastava dire no, bisognava offrire
soluzioni. E così andai nella mia classe con un sacco nero di spazzatura
e la rovesciai sulla cattedra. Ecco - dissi - plastica e bucce di
banana, torsoli di mela, carta, insalata, legno, pasta avanzata... Tutta
assieme, questa è spazzatura. Se invece facciamo una cernita e
cominciamo a dividere - bucce con torsoli, plastica con vetro... - diventa una risorsa. La spazzatura non c'è più". "Sei un mago", esclamarono i bambini.
Tanti
di loro adesso hanno messo su famiglia e quando preparano il sacco per
l'Ape car ricordano che tutto cominciò allora. Il loro maestro-mago è
diventato famoso. In aprile ha ricevuto negli Stati Uniti il Goldman
Environmental Prize, definito il "Nobel per l'ambiente".
Centocinquantamila dollari subito impegnati nell'associazione Zero
rifiuti e nel relativo centro studi. "Il nostro lavoro - dice Rossano
Ercolini - non è stato facile. Come comitato del no all'inceneritore
facemmo assemblee in città e in tutte le quaranta frazioni. Se
eliminiamo gran parte dei rifiuti - questo fu il nostro slogan - non ci
sarà bisogno dell'inceneritore. La strada è stata avviata: solo dal 2005
ad oggi il peso dei rifiuti è diminuito del 37,7 per cento".
In
un'Italia dove contro discariche e inceneritori ci sono state tante
barricate e pochissime proposte, la storia di Capannori dovrebbe essere
studiata a scuola. "Io penso che nel mio Comune - racconta il sindaco
Giorgio Del Ghingaro - ci sia stata una rivoluzione culturale. Si doveva
risolvere un problema e un territorio si è trovato unito: adesso 47
mila cittadini fanno cose mai fatte prima. C'è una forte partecipazione
civica per fare il bene del proprio Comune. E questa per me è la
politica".
Capannori nel 2007 è stato il primo Comune ad iscriversi
all'associazione Zero Waste, rifiuti zero. La raccolta differenziata con
raccolta porta a porta arriva oggi all'82 per cento, con punte del 90.
"Arriveremo a zero - dice il sindaco - nel 2020. Da sei mesi abbiamo
iniziato anche con la "tariffa puntuale": ogni sacco per
l'indifferenziata consegnato ai cittadini ha un chip con il codice
dell'utente. Meno rifiuti consegni, meno paghi. Ci dicevano che avremmo
speso troppo, con questo progetto. E invece le nostre tariffe sono fra
le più basse della Toscana - per un appartamento di 100 mq con tre
persone la tassa è di 150 euro all'anno - e siamo riusciti ad assumere i
sessanta giovani che fanno il porta a porta".
I rifiuti qui sono una
miniera. Puoi portare ciò che non serve più in un centro raccolta e già
all'ingresso c'è una cernita. Da una parte ciò che è davvero da buttare
(e va smontato per recuperare il rame delle lavatrici, il metallo, il
legno...), dall'altra tutte le cose che possono servire agli altri. Ci
sono abiti, mobili, libri, frigoriferi, giocattoli che, tramite la
Caritas, vanno gratuitamente a chi ha bisogno. Il progetto Zero Waste
coinvolge già anche i privati. C'è un negozio, Effecorta, che non usa
imballaggi non riciclabili. Olio, vino, olio vengono imbottigliati sul
posto. Se vuoi il miele, ti porti il vaso. Anche detersivi e shampoo
sono sfusi.
Ora i Comuni italiani Zero Waste sono 134 e fra loro c'è
anche Napoli. "Si sono impegnati nella differenziata - dice Rossano
Ercolini - Per ora interessa 250 mila cittadini su un milione. Il
sindaco Luigi De Magistris ha detto che sarà allargata ad altri 200 mila
entro la fine di giugno. Gli impegni vanno mantenuti". L'ultima
battaglia è contro le cialde per il caffè. "Se ne consumano un miliardo
all'anno, nove tonnellate solo qui a Capannori. Ogni capsula contiene
dodici grammi di polvere che sarebbero utilissimi in agricoltura. In
California giovani imprenditori ci hanno fatto i soldi coltivando
funghi. Abbiamo chiesto alle aziende di fare capsule diverse, perché ciò
che non è riciclabile o riusabile è un errore del produttore". Le
risposte stanno arrivando. A chiedere la "rivoluzione" ora non c'è più
solo quel "mago" che ancora oggi insegna alle elementari.
La Repubblica 23 giugno 2013
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