IL PENNINO
Corriere della sera 25 giugno 2013
Il clima festoso e i propositi pronunciati ieri a giunta riunita non
valgono a nascondere i problemi con cui Emilio Del Bono dovrà misurarsi
già da oggi. Problemi che hanno a che vedere con almeno tre delusioni
politiche - a prescindere da quelle individuali, inevitabili in questi
casi - che ieri si percepivano sotto traccia. La prima è quella di
«Brescia per passione» e della sua leader Laura Castelletti, che ha
chiesto senza ottenerlo un secondo assessorato e da vicesindaco si vede
oggi schiacciata in un ruolo assai più compresso e meno pervasivo
rispetto a quello che Paroli riconobbe a Rolfi. La seconda delusione è
quella dell'area diessina del Pd che non porta nell'esecutivo nessuno
dei suoi esponenti di spicco e deve accontentarsi della biografia
politica (peraltro non marginale, nella storia del partito della
Quercia) di Michela Tiboni, a costo di sottrarre la qua
lifica di «tecnico» al nuovo assessore all'Urbanistica. La terza delusione è della Civica del Bono e del suo leader Luigi Morgano, artefice di un'operazione politica per recuperare voto cattolico e oggi rappresentato in giunta da un'anima schiettamente laica come Roberta Morelli. Ci sarebbe una quarta delusione, a dire il vero, ed è quello di tutte le forze politiche e le liste della coalizione, che il neo-sindaco dal giorno dell'elezione non ha ancora gratificato di una riunione plenaria, di un tavolo collegiale, di un summit foss'anche per comunicare decisioni già prese. In compenso la giunta Del Bono varata ieri può contare su una straordinaria chance: ricucire il rapporto della politica con la città, accogliere e convogliare le energie che Brescia sta mettendo a disposizione, aprire un dialogo schietto con i cittadini e i loro legittimi interessi. L'importante è non perdere tempo in sterili polemiche con l'operato della giunta degli ultimi cinque anni. Ieri nessuno l'ha fatto. Ed è già un buon inizio.
lifica di «tecnico» al nuovo assessore all'Urbanistica. La terza delusione è della Civica del Bono e del suo leader Luigi Morgano, artefice di un'operazione politica per recuperare voto cattolico e oggi rappresentato in giunta da un'anima schiettamente laica come Roberta Morelli. Ci sarebbe una quarta delusione, a dire il vero, ed è quello di tutte le forze politiche e le liste della coalizione, che il neo-sindaco dal giorno dell'elezione non ha ancora gratificato di una riunione plenaria, di un tavolo collegiale, di un summit foss'anche per comunicare decisioni già prese. In compenso la giunta Del Bono varata ieri può contare su una straordinaria chance: ricucire il rapporto della politica con la città, accogliere e convogliare le energie che Brescia sta mettendo a disposizione, aprire un dialogo schietto con i cittadini e i loro legittimi interessi. L'importante è non perdere tempo in sterili polemiche con l'operato della giunta degli ultimi cinque anni. Ieri nessuno l'ha fatto. Ed è già un buon inizio.
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