mercoledì 13 gennaio 2016

Travaglio e la difficile digestione della peperonata M5S


Fabrizio Rondolino
L'Unità 13 gennaio 2016
C’è chi non accetta il passare del tempo e le rughe: il direttore del Fatto non sopporta la crisi del Movimento di Grillo e di fronte ai fatti preferisce chiudere gli occhi
E niente, certe cose non vanno proprio giù. C’è chi non si rassegna alle rughe e all’inesorabile trascorrere del tempo, chi non digerisce la peperonata, e chi proprio non si ritrova con la realtà. Quest’ultimo è il caso del gentile direttore del Fatto, che al cospetto dello scandalo di Quarto si aggira per le colonne del suo giornale come un ragazzino impegnato in una gara di moscacieca, sbatacchiando di qua e di là nel tentativo sempre mancato di sfiorare i suoi compagni di gioco.
L’editoriale di oggi è un esempio preclaro di digestione difficile, difficilissima, impossibile: il partito di Casaleggio che Travaglio vorrebbe dirigere appare ormai a tutti ciò che molti già sapevano essere – un partito identico a tutti gli altri, tranne che per la convinzione di essere l’unico onesto e per l’assenza di qualsivoglia forma di democrazia interna – e l’improvvisa rivelazione s’abbatte sul direttore come una pioggia di rane.
Anziché aprire gli occhi, il valoroso Travaglio li chiude a doppia mandata, e si lancia in un elenco disordinato di malefatte altrui, vere o presunte o inventate non fa differenza, purché targate Pd. Da Marino a De Luca, dai “50 comuni Pd sciolti per mafia” alle “centinaia di indagati e condannati Pd fra Camera, Senato, Parlamento europeo, governo, comuni, regioni e città metropolitane” (mancano soltanto gli asili nido e i cineclub), fino all’inesistente trattativa Stato-mafia in cui sarebbe coinvolto nientepopodimenoché Giorgio Napolitano, il crimine è ovunque e il suo nome è Pd.
E allora? Che il Partito democratico sia peggio di Cosa nostra e dell’Isis messi assieme noi lettori attenti del Fatto lo sapevamo da tempo, e da tempo ci siamo rassegnati all’idea. Oggi però è del Movimento 5 stelle che si parla, caro Marco: l’inferno è entrato in paradiso, e le mani degli angeli sono sporche come quelle dei diavoli. E’ terribile, lo sappiamo: ma è la realtà – quella stravagante, antipatica cosuccia che accade fuori dal tuo bel giornale.

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