martedì 9 febbraio 2016

I nuovi consigli di Travaglio alla sinistra per suicidarsi


Fabrizio Rondolino
L'Unità 9 febbraio 2016
Persa la battaglia contro Sala, ora il direttore del Fatto si lancia in nuove mirabolanti avventure. Che perderà
Com’è noto a tutti, milanesi inclusi, il Fatto conduce da molti mesi una forsennata campagna contro Giuseppe Sala, dapprima colpevole di aver fatto dell’Expo un successo mondiale, e in seguito reo di renzismo acuto in virtù della sua candidatura a sindaco di Milano. Non c’è dunque da stupirsi se Sala ha vinto le primarie: quando il Fatto si butta da una parte, la società civile si ammassa dall’altra.
Che fare ora? Tramontato il tentativo di dare la colpa ai cinesi (oggi Travaglio si arrampica a sei zampe sugli specchi per dare addosso al segretario del Pd milanese, salvo poi essere costretto ad ammettere che “qui nessuno dice che Sala ha vinto grazie ai cinesi”), sembra affermarsi una lettura diciamo così politico-esistenziale della gloriosa sconfitta, da attribuirsi alle “sconfinate virtù suicide della sinistra” (Travaglio), perché “se Balzani e Majorino non si fossero divisi, avrebbero sconfitto il candidato renziano” (Padellaro). Naturalmente non è affatto così, e uno studente particolarmente ottuso del primo anno di Scienze politiche potrebbe agilmente spiegare ai raffinati analisti del Fatto che i voti non si sommano mai meccanicamente, tanto meno in un’elezione primaria: ma che importa, ora bisogna guardare al futuro.
E anche qui Travaglio ha le idee chiare: “Liste rosse contro il Partito della Nazione” è il titolo di prima pagina che indica la linea su cui si consumerà la prossima inesorabile sconfitta. Le “sconfinate virtù suicide della sinistra” tanto care a Travaglio potranno dunque esercitarsi a Milano, dove Pippo Civati preannuncia un candidato “scelto dalle associazioni e dai partiti di sinistra, da Rifondazione fino ai socialisti”, e a Roma, dove un esilarante Marino annuncia pimpante “la mia lista rossa contro Renzi & Alfano”.
La sconfitta, come il Fattone è in grado di anticipare, sarà rovinosa, e la ragione è piuttosto semplice: al suicidio, a parte i cassamortari, un po’ tutti preferiscono la vita.

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