Fabrizio Rondolino
L'Unità 3 ottobre 2015
Pensavamo che la riunificazione della
Germania avesse ‘salvato’ i territori dell’Est. Per la squadra
di Travaglio, invece, è il primo passo dell’egemonia tedesca
sull’Europa
Alcuni di noi, ignoranti di storia e
inguaribilmente romantici, pensavano che di Germania un tempo ce ne
fosse una sola, che la divisione fosse il frutto doloroso della
sconfitta e della Guerra Fredda, che la caduta del Muro di Berlino
fosse una buona notizia, e che la riunificazione tedesca riportasse
la storia e la geografia al loro ordine naturale. Eravamo stupidi, e
chiediamo scusa: oggi il Fatto ci spiega finalmente la verità.
“L’annessione della DDR, esordio dell’Europa tedesca”, titola
il noto quotidiano di geopolitica. E aggiunge nell’occhiello: “3
ottobre 1990: la ex Germania Est viene inglobata dall’Ovest: una
spoliazione politica e patrimoniale che ha fatto da modello per
l’oggi”.
L’Anschluss della DDR è dunque
all’origine di tutti i guai dell’Europa odierna, il primo dei
quali, naturalmente, è l’euro, che secondo il Fatto è il crudele
responsabile di tutti i mali di cui soffrono oggi i paesi europei:
“Caduta del Pil, deindustrializzazione, elevata disoccupazione,
deficit della bilancia commerciale, emigrazione”. Mancano
all’elenco il riscaldamento globale e la violenza negli stadi, ma
il quadro è ugualmente pauroso.
Rimane da chiedersi in che cosa
esattamente sia consistita la “spoliazione politica e patrimoniale”
della Germania Est da parte delle Sturmtruppen di Kohl:
economicamente, la DDR era un baraccone prossimo al crollo, dove ci
volevano anni di attesa per potersi comprare una Trabant e le
caramelle, come disse una volta Enrico Berlinguer, avevano sempre la
carta attaccata. Politicamente, non esistevano partiti né Chiese né
movimenti liberi dalla morsa del governo e le vite degli altri erano
sotto il controllo permanente di una polizia spietata. Dev’essere
quest’ultimo aspetto a suscitare la struggente nostalgia del Fatto.
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