Ivan Scalfarotto
15 ottobre 2015
Appunti, Attività parlamentare,
Democrazia, Partito Democratico, Politica italiana, XVII Legislatura
Prima di andare a dormire ieri sera ho
avuto ancora il tempo di vedere il Senatore Alberto Airola di Cinque
Stelle – uno che nell’aula del Senato nobilita il proprio
laticlavio urlando permanentemente cose qualunque (tipo
“laaaaaaaaadri” oppure “vergoooooogna”) con le mani a imbuto
sulla bocca – ospite di Bianca Berlinguer a Linea Notte. Era lì
per criticare la Legge Boccadutri, approvata ieri in via definitiva
al Senato. “I partiti hanno presentato i bilanci in ritardo”, “i
partiti hanno preso i soldi”, “si sono fatti la sanatoria” e
così via.
Ebbene, sulla legge Boccadutri ci sono
alcune cose che la comunicazione ha tralasciato di dire con
sufficiente chiarezza:
1. La prima è che i partiti che hanno
approvato questa legge sono gli stessi che hanno abrogato il
finanziamento pubblico, con un sistema a calare che lo azzererà del
tutto nel 2017. Dopodiché resteranno soltanto le donazioni private e
il 2 per mille.
2. E’ vero che la legge pospone il
controllo sui bilanci della Commisione solo a partire dagli anni
successivi al 2014, ma vero è anche che questo accade perché la
Commissione non è stata in grado di fare i controlli per carenza di
personale (personale che la legge Boccadutri ora le attribuisce
proprio per consentirle di fare bene i controlli).
3. I partiti hanno dunque fatto tutto
quello che la legge richiedeva, non sono stati inadempienti. Hanno
nel frattempo sostenuto spese (per stipendi e pagamenti di fornitori)
e ora non sono in grado di pagare quei terzi perché la commissione
non è stata in grado di completare i controlli. Quindi a soffrire
per l’inazione della commissione e la mancata erogazione dei fondi
ci sono molte terze parti del tutto incolpevoli: lavoratori e
fornitori.
4. I bilanci depositati dai partiti,
tuttavia, non sono privi di controlli, come 5Stelle suggerisce. Essi
sono certificati da società di revisione contabile con le stesse
procedure, molto analitiche, previste per le società quotate in
borsa. Tutta la documentazione utilizzata dalla società di revisione
contabile sarò comunque depositata presso la Commissione, che sarà
libera di fare tutti i controlli a campione che riterrà necessari.
4. C’è un solo partito che non
deposita alcun bilancio presso la Commissione, ed è proprio il
Movimento 5 Stelle. Nel non depositare il bilancio, M5S viola un
preciso obbligo di legge e subisce la relativa sanzione, che è
costituita dal non poter accedere ai fondi del 2 per mille e agli
altri benefici previsti dalla legge.
5Stelle però dichiara di non voler
accedere ai fondi del 2 per mille, e quindi considera quella che pur
sempre è una sanzione per un preciso obbligo derivante da una legge
dello Stato, una specie di motivo di vanto: “noi non vogliamo i
fondi pubblici, quindi non presentiamo i nostri bilanci”.
In pratica, dunque, 5Stelle accusa gli
altri partiti (che hanno i bilanci certificati scontrino per
scontrino – e il bilancio del PD è certificato da anni, ben prima
del varo della nuova legge – da primarie società di revisione
contabile) di sottrarsi ai controlli. Ma dei suoi bilanci, delle sue
spese, del modo in cui si finanzia, nessuno può sapere nulla. Il
famoso caso del bue che diede del cornuto all’asino.
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