Alessandro Mario Amoroso
Gli Stati Generali - 1 ottobre
I parlamentari 5 stelle si stanno
riorganizzando. Ci hanno provato per un po’ a rendersi utili in
Parlamento ma, complici la lunghezza del manuale di diritto
costituzionale e il tempo necessario a fare video da postare su
facebook, dopo un po’ si sono scontrati con la dura realtà: un
nulla di fatto. E allora, devono aver deciso di cambiare strategia:
perché perder tempo a scrivere proposte di legge se possiamo
prendere quelle degli altri? Detto fatto: la legge sugli ecoreati,
presentata il 19 marzo 2013 dal deputato dem Ermete Realacci, nel
nuovo inno dei 5 stelle diventa un successo grillino. Il merito? Aver
presentato, due mesi dopo, un testo simile a firma del deputato
Micillo e aver “vigilato” sull’approvazione del testo di
Realacci. Da portavoce a vigilantes: poco male.
Nelle ultime ore però pare sia in atto
una nuova evoluzione tattica. Ieri pomeriggio la Camera approvava
l’articolo 6 bis del ddl concorrenza, su emendamento del deputato
PD Leonardo Impegno: la norma prevede che chi accetta di installare
la scatola nera sulla propria vettura avrà diritto, dopo 5 anni
senza sinistri, a pagare la migliore tariffa media nazionale RCAuto.
Si mette così fine alle discriminazioni territoriali e si incentiva
l’installazione delle scatole nere, avviando un meccanismo virtuoso
che mira al calo delle tariffe e al rientro nella legalità di
migliaia di non assicurati: una battaglia di equità e civiltà. Ma
tempo qualche ora e scatta la polemica: secondo i 5 stelle il merito
della norma è esclusivamente loro e i democratici stanno tentando di
usurparlo.
Ora, è chiaro che ciò che conta di
una norma è la riforma che introduce, non la sua paternità. Ma
cerchiamo di capire come sono andate realmente le cose: del resto è
sufficiente ripercorrere la cronistoria degli atti camera e senato,
fortunatamente tutti reperibili in rete.
La prima proposta è del 5 febbraio
2014: l’on. Impegno e altri 11 deputati dem firmano un emendamento
al dl “destinazione Italia”. Il 20 febbraio 2014 il
senatore 5 stelle Puglia presenta un emendamento identico allo stesso
dl, quando peraltro erano state già stralciate dal testo tutte le
norme in materia di assicurazioni. Pochi mesi dopo (7 maggio)
gli autori dell’emendamento originario lo trasformano nel progetto
di legge “Tariffa Italia”: il comitato promotore composto dagli
onorevoli Impegno e Valente, cui aderiscono anche i Giovani
Democratici, raccoglie 40mila firme a sostegno. Ancora due
mesi (7 agosto) e i 5 stelle presentano al Senato un disegno di legge
sulla RCAuto: l’art. 7 è uguale al testo dei deputati dem. E
arriviamo alla norma approvata: il 3 aprile 2015 il Governo presenta
il ddl concorrenza alla Camera. Le commissioni che curano l’atto
sono la VI e la X riunite e nel corso della seduta del 31 luglio
approvano l’emendamento che inserisce nel testo l’art. 6 bis,
proposto dai deputati Impegno e altri e subito dopo riproposto, in
identica formulazione, dai deputati Di Maio e altri.
Insomma: da portavoce a vigilantes a
copisti. Forse un po’ troppo cari però come copisti.
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