Mario Lavia
L'Unità 5 ottobre 2015
Ogni giorno una polemica ma soprattutto
risultati insufficienti. Come se il sindaco avesse la testa da
un’altra parte
Non sono passati molti giorni dalle
polemiche sul viaggio americano e sulla clamorosa esternazione
del Papa (“Non l’ho invitato io, è chiaro?”) che oggi molti
giornali aprono un nuovo capitolo raccontando di presunte spese
abnormi di Ignazio Marino: pranzi e cene con relativi conti non
sempre giustificati. Vero? Falso? Mah. C’è da dire che contro il
sindaco di Roma adesso è tutto un tiro al bersaglio. Qualunque
cosa faccia Marino è nel mirino. Sta diventando uno stillicidio. E
questa non è una bella cosa, né per lui né per i romani.
Sbaglieremo, ma la nostra impressione è
che il sindaco stia vivendo questa fase senza la necessaria
concentrazione. Come se avesse la testa da un’altra parte.
Legittimo coltivare altri pensieri, altri progetti, nutrire altre
ambizioni. Ma intanto lui è il sindaco: deve fare. E invece
continuiamo a non vedere a Roma grandi iniziative, né quel
dinamismo che sarebbe necessario, in generale e a due mesi
dall’inizio del Giubileo in particolare. Meno che mai si vede un
consiglio comunale discutere di progetti, e gli assessori (ci si
perdoni la generalizzazione) realizzare fatti concreti.
In una nostra intervista, Francesco
Rutelli ha chiesto polemicamente: “Ma l’hanno fatta una
telefonata a Luigi Zanda (responsabile della macchina del Giubileo
2000-ndr)?”. Probabilmente no. Marino non ascolta nessuno, chiuso
in una specie di autoreferenzialità futto probabilmente di
inesperienza politica. Ha ragione Rutelli: perché non si chiamano
gli intellettuali, la sinistra politica, i sindacati, i grillini, il
gruppo di Marchini, cioè tutte le forze vive della Capitale a fare
il punto e cercare di unire le forze in una situazione obiettivamente
difficilissima come quella che Roma sta vivendo?
Il rimpasto di agosto non ha portato a
un rilancio, ci sembra. Non ci sono ancora quelle misure
straordinarie per far fronte ai problemi (esempio illuminante, i
trasporti). Eppure Marino ha il sostegno politico del Pd, di palazzo
Chigi, del prefetto Gabrielli. Fino a quando i romani dovranno
aspettare per vedere una svolta?
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