Fabrizio Rondolino
L'Unità 12 ottobre 2015
La “vendetta”: la campagna sugli
scontrini dell’ex presidente della Provincia di Firenze
“Dove sono gli scontrini?”. Da
quando è esplosa pubblicamente l’inchiesta su Mafia Capitale,
e fino a giovedì scorso, il Fatto ha ripetutamente chiesto le
dimissioni di Ignazio Marino e ha più volte accusato Renzi di
voler tenere in vita un’amministrazione giudicata
impresentabile soltanto per il timore di perdere il Campidoglio.
Giovedì il sindaco si è dimesso, e
venerdì il giornale di Travaglio s’è risvegliato marinista.
Il motivo? E’ stato Renzi a dargli il benservito – il che è
vero soltanto in parte, visto che la sfiducia al sindaco è venuta
dalla sua giunta, da un gran numero di consiglieri e dai vertici
locali di Pd e Sel –, e se Renzi fa quello che anche il Fatto
gli ha chiesto da mesi, dev’esserci per forza l’imbroglio.
“Dove sono gli scontrini?”. Incerti
su dove stia effettivamente l’imbroglio, i ragazzi del Fatto hanno
infine deciso di buttare la palla in tribuna: e dagli scontrini di
Marino sono passati a quelli di Renzi. Il sindaco avrà pure
commesso qualche leggerezza, ma la sua pagliuzza è niente al
cospetto della trave che ingombrerebbe l’occhio del premier
quand’era presidente della Provincia e poi sindaco di Firenze.
“Cene, quel che Renzi non dice” è
dunque l’apertura del Fatto di oggi. Che ieri ha intervistato Lino
Amatini, “uno dei suoi ristoratori fiorentini preferiti”, e oggi,
nonostante la smentita di Renzi (che ha anche precisato che
“tutte le mie spese dal 2004 al 2013 sono state al vaglio di Pm
e Corte dei conti”), ricomincia come se niente fosse: “Il sindaco
capitolino ha dettagliato tutte le sue spese: Renzi può fare
altrettanto?”.
Se ne stanno occupando fior di
magistrati, gran parte delle spese sono già online da tempo, la
Corte dei conti è all’opera, nulla di illecito è mai emerso,
ma i contabili del Fatto insistono: “Dove sono gli scontrini?”.
Sono là dove sono sempre stati,
ragazzi, a disposizione della magistratura contabile: e la prossima
volta, magari, provate con qualcosa di più solido.
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