lunedì 23 maggio 2016

Proposta: moratoria su Berlinguer, Ingrao e i partigiani


Mario Lavia
L'Unità 23 maggio 2016
Un dibattito surreale, sarebbe meglio stare al merito della riforma.
A cinque mesi dal referendum il dibattito è surreale. In queste ore si parla soprattutto di partigiani, di Enrico Berlinguer, di Pietro Ingrao, di Nilde Jotti: fa piacere ai cultori della storia della sinistra italiana ma sicuramente è un esercizio che non ha molto senso.
Ai sostenitori del Sì converrebbe molto di più stare al merito della riforma. Senza lasciarsi prendere la mano inventandosi dei manifesti con le facce di Ingrao e della Jotti recanti frasi effettivamente pronunciate ma in tutt’altro contesto. La figlia di Ingrao, Celeste, ha protestato e addirittura querelato il Pd per questa forzatura: va capita, purché non si tratti di un simmetrico gesto propagandistico.
Abbiamo anche letto un articolo di Bianca Berlinguer, che ha spiegato un suo certo fastidio per l’uso che si fa della figura del segretario del Pci entrando poi in una questione che riguarda il quotidiano L’Unità che non c’entra molto.
Maria Elena Boschi ha detto una cosa assolutamente ovvia – cioè che partigiani che hanno realmente combattuto voteranno Sì  – e la cosa ha indignato l’Anpi che ha dato indicazione per il No forse senza mettere in conto che questa decisione avrebbe suscitato dissociazioni e polemiche, come sta avvenendo.
La proposta è modesta: non tirate per la giacchetta personaggi che purtroppo non possono dire la loro. Vale per tutti: sostenitori del Sì, sostenitori del No, familiari dei diretti interessati e quant’altro. Cinque mesi così non si reggono, fermatevi.

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