domenica 17 maggio 2020

La sfida per l'Europa

Guido Bodrato
L'Europa è sfatta. questo il titolo di un articolo di Guido Crainz, pubblicato dall'Espresso dell'altra settimana. Crainz rilancia l'allarme sul destino di un'Europa, messa alla prova dalla '"emergenza virus". Doveva essere un'occasione per una prova di solidarietà...ed invece ogni paese si è rinchiuso nelle vecchie frontiere, nell'illusione di difendersi meglio dall'aggressione dell'epidemia, quando la scienza ha detto che "nessuno si difende da solo". Dobbiamo riconoscere che manca un'opinione pubblica europea, cioè una cultura europea, e che il vertice delle istituzioni europee. il consiglio dei ministri, è dominato dal demone del nazionalismo.  
Sul "male oscuro che cova in Europa" aveva scritto una pagina che dovremmo rileggere, nel 1992, Pietro Citati. Cito dall'inizio: "Abbiamo dimenticato che vivere nel tempo presente è una condizione tragica, Non vi regnano i programmi e la sicurezza - ma l'incertezza, la precarietà, la contraddizione, talvolta l'orrore; e se la linea della storia sembra correre per vent'anni, nei vent'anni successivi può inabissarsi in una palude...Così alla fine del ventesimo secolo, abituati a quarant'anni di agi, l'uomo europeo ha perduto la pazienza e la sopportazione. E' divorato dall'ansia. Se incontra una grande o piccola contrarietà, crede che sia giunta la fine dei tempi..." Citati concludeva con una riflessione che riguarda la forma politica (la democrazia) che ci ha dato il benessere, ma non la felicità.
Quando ho concluso, nel 2004, la mia esperienza d europarlamentare l'ho riassunta in un libro dal titolo "Europa impossibile". Avevo visto da vicino un cambio generazionale nel Parlamento di Strasburgo, e mi sembrava che la nuova generazione stesse dimenticando le ragioni storiche dell'Unione, la tragedia del '900, e vivesse anche l'allargamento all'Est senza la consapevolezza dei problemi che quella svolta storica poneva..Eppure l'Europa aveva alle spalle vent'anni di Erasmus, ed ormai per molti giovani vivere a Parigi o a Berlino, era come vivere a Roma od a Londra.. Cosa è accaduto negli ultimi anni? Le elezioni europee del 2018 hanno registrato il dilagare, in tutto il continente, del nazionalismo, di una destra sovranista che ha fatto della questione degli extra-comunitari, della chiusura dei confini, il suo cavallo di battaglia; e la Gran Bretagna è uscita dall'Unione...
Tutto è diventato più difficile, per i governi democratici, di centro-destra o di centro-sinistra. La Merkel ha così sintetizzato la situazione dei governi nazionali e dell''europeismo: camminiamo su una lastra di ghiaccio..
La questione culturale, una seria riflessione sulla storia, una riscoperta delle radici dell'Unione europea, sono essenziali..
Tuttavia questa operazione deve fare riferimento ad un obiettivo politico che si è fortemente appannato: la necessità di riscoprire i valori su cui è fondata l'Unione europea, la sua missione democratica in un mondo caratterizzato da regimi autoritari...E bisogna riflettere sul fatto che i sovranisti non hanno più l'obiettivo di "uscire dell'Unione", ma quello di "conquistare l'Europa", di radicare nei diversi paesi, e nell'Europa, una idea radicalmente diversa di "democrazia": quella "democratura"che si sta sperimentando in Ungheria e in Polonia; che è rappresentata da Le Pen in Francia e da Salvini in Italia; che rischia di affiorare nell'egoismo dei paesi del Nord..Che fa guardare alla Russia, alla Cina..... a Trump.
Ma questa realtà politica richiede che le "famiglie democratiche" che hanno costruito l'Europa "unita nella diversità" sappiano rinascere dalla memoria del '900 e misurarsi con i tempi nuovi ed i problemi imposti dalla globalizzazione e dalla rivoluzione tecnologica; una svolta profonda che richiede una nuova e straordinaria solidarietà. Questo è il tempo che dobbiamo vivere. Questo è il Dopo, anche con la pandemia.
E' impossibile? Dobbiamo renderlo possibile. Questa è la sfida decisiva, se vogliamo che il Dopo sia migliore.

Nessun commento:

Posta un commento