lunedì 13 maggio 2013

Politica scalza a Brescia

Nel rapporto tra cittadini e politica siamo arrivati ad un passaggio cruciale. Non bastano più i richiami morali e sembrano insufficienti le sole iniziative di formazione sociale. I dati parlano chiaro. La fiducia nella politica è destinato a scendere ulteriormente se gli attuali partiti non cambiano radicalmente. Lo pensa il 56% degli intervistati, e il 62% dei cattolici impegnati.
Non servono operazioni di maquillage, non bastano cambi di nome. È necessario lanciare segnali concreti di rinnovamento delle classi dirigenti, della modalità stessa di fare politica e di costruire il rapporto con i cittadini e la società civile, a partire dalla riforma della legge elettorale e dalla questione morale.
La tentazione di molti giovani è quella di ritirarsi a guardare, di nascopndersi dietro la maschera dell’autonomia delle associazioni o di esaurirsi in qualche impegno della società civile.
Qualcuno propone ai cattolici l’unità attorno alla difesa dei “valori irrinunciabili”. Ma le ricerche sociologiche rivelano che questi temi non bastano e non sono sempre al primo posto, neppure per i cattolici. I temi economici e di protezione sociale sono diventati quelli che interessano di più, perché non si vede la fine della crisi economica e finanziaria. L’occupazione e l’economia sono diventati i temi prioritari per l’agenda politica, sia a livello nazionale che locale.
È in questo quadro che si inserisce la crisi politica. Nella storia del nostro paese non si è mai raggiunto l’attuale livello di sfiducia nei confronti della politica.
I cattolici impegnati soffrono la situazione più degli altri e diventano vittime di uno scarso orientamento all’impegno. L’incertezza coinvolge quasi la metà degli elettori e gli stessi cattolici praticanti e impegnati sembrano attoniti nell’attesa di una qualche alternativa praticabile.
Ma come si può fare rinascere la speranza se anche le associazioni, i “corpi intermedi”, le agenzie di trasmissione dei valori sono in crisi?
La maggioranza degli italiani teme che la presenza della Chiesa nella politica italiana sia eccessiva, ma sono anche convinti che i valori cattolici debbano essere affermati con più forza, per costruire un “pavimento etico” condiviso da tutti.
Il paese aspetta risposte e cerca parole ragionevoli. Il protagonismo del laicato – come sintetizza Domenico Rosati - si è affievolito dopo la fine della Dc. Si è passati in modo indolore dalla cultura della mediazione (Bachelet) alla culture della presenza (Giussani) che ha conferito alla gerarchia un ruolo politico, con una perdita forse irreparabile di spirito profetico. E i laici cristiani - singoli e organizzati - sono sempre in attesa di…direttive.
Ma se aguzziamo lo sguardo non mancano segni di ripresa persino negli insuccessi delle recenti elezioni regionali e nazionali, nonostante i drammatici errori fatti in occasione dell’elezione del presidente della repubblica.
Uno di questi segni, dopo l’esperienza delle primarie, è la mobilitazione per il Patto civico di Ambrosoli.
Siamo consapevoli che tutto ciò va valorizzato. “Fare politica – ha scritto Ambrosoli - non è amministrare il presente, bensì costruire il futuro, anche da posizioni di minoranza. Ho deciso di mantenere il mio impegno sul territorio, tenendo insieme tutti coloro che con me vogliono continuare ad impegnarsi perché sanno che la democrazia si costruisce giorno per giorno, non solo al momento delle elezioni”.
C’è bisogno cioè di raccogliere le energie, soprattutto quelle giovanili, anche là dove c’è diffidenza per i partiti tradizionali.
Attorno ai candidati giusti abbiamo saputo mobilitare tante persone, giovani e donne che hanno ritrovato il gusto dell’impegno civico e politico, attratti da un messaggio di pulizia e di speranza.
Dobbiamo essere capaci di andare al di là del «bacino originale» di consenso per restituire il desiderio di partecipazione alla vita politica a coloro che l’avevano perduta.
La proposta di Ambrosoli è stata in gran parte percepita come una realtà al di sopra del sistema dei partiti convenzionali, capace di farsi interprete e punto di sintesi di una pluralità di aspettative, bisogni e disagi che hanno trovato un elemento unificante nella richiesta di legalità, rispetto e valorizzazione del bene comune.
Con il metodo di una “politica scalza e fatta per passione”, intendiamo dare vita ad un blog di riflessione e di confronto che da una parte ci tenga in collegamento e che, dall’altra, faccia crescere il desiderio di incontri veri, periodici, tra persone che pensano e parlano di politica e preparano iniziative necessarie per far nascere e crescere classe dirigente sul territorio.

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