giovedì 30 maggio 2013

Brescia... si cambia!


Da un po’ di anni in qua, anche alle elezioni amministrative presentarsi alle elezioni da sindaco in carica, invece che costituire un vantaggio, rappresenta un handicap, come avviene ormai da tempo a livello nazionale, dove nessuna maggioranza, dal 1994 in poi, è mai stata confermata all’elezione successiva.
Anche il primo turno delle elezioni amministrative di Brescia appena celebrate ha confermato il medesimo trend: Paroli, avendo ben pochi successi da vantare e molti errori da farsi perdonare, è stato costretto ad una campagna elettorale tutta in difesa e balbettante; e persino i suoi più accesi pretoriani si sono trovati a corto di argomenti.

Per contro, la giunta uscente ha dovuto far fronte alla determinazione di Emilio Del Bono, che con il lavoro di cinque anni di opposizione, è riuscito a rimontare punti su punti, sino a portarsi avanti, sia pure di soli 50 voti. Il ballottaggio ci dirà chi dei due ha più fiato per la volata finale.

A me pare che, nonostante le dichiarazioni di rito del dopo voto, i veri sconfitti di questo turno elettorale siano i grillini e le due civiche di Francesco Onofri e di Laura Castelletti. E questo non solo perché il risultato di tutti e tre è abbastanza modesto, rispetto alle attese e se raffrontato con quello dei due contendenti principali, ma perché – nonostante una campagna elettorale condotta tutt’all’insegna della critica aspra (e per molti versi fondata) ai partiti – non sono riusciti in alcun modo ad intercettare quel crescente fenomeno di disaffezione dalla politica a cui avevano tutti e tre strizzato l’occhio, sia pure in forme diverse, ma che si rifugia ormai, sempre più, nell’astensione.

Non ha torto, a tal proposito, Michele Serra, in un’amaca di due giorni fa, quando ricorda ai grillini che, per far crescere, in politica e in ogni ambito della vita, l’Uomo Nuovo, occorre tempo pazienza e, soprattutto, umiltà. Mi pare che, in queste elezioni amministrative, nelle civiche sia mancata proprio quella; ed invece l’abbia dimostrata, seppure con qualche tentennamento e sbavatura Emilio del Bono, che ha saputo superare le diffidenze che avevano accompagnato la sua candidatura dentro e fuori il PD. La sua sfida si presenta ora, più avvincente e salvo imprevisti (non insoliti in questa fase convulsa della vita politica) può arrivare a tagliare per primo il traguardo e dimostrare che cambiare è possibile. Noi ce lo auguriamo, e per quello che è possibile, con umiltà, siamo impegnati perchè ciò avvenga.

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