domenica 15 settembre 2019

Il termitaio che esagera


L’amaca 15 settembre 019
Michele Serra
Capita sempre più spesso di leggere dati e numeri sull’inquinamento; e specialmente sull’emissione dei gas serra, che sono i primi responsabili del riscaldamento anomalo del pianeta.
Percentuali, suddivisioni per settore e per nazione, confronto tra dati differenti quando le fonti siano differenti. È una conseguenza virtuosa dell’effetto Greta: al coinvolgimento emotivo e alla “moda” fa seguito la voglia di saperne di più, di motivare meglio un cahier de doléances che, in assenza di pezze d’appoggio, ha meno peso polemico e meno credibilità politica.
Incrociando i dati, c’è un solo elemento ricorrente e dominante, una specie di macro-dato che a suo modo li riassume (quasi) tutti: più si consuma, più si inquina, tanto è vero che gli Stati Uniti, quanto a gas serra, inquinano più del doppio dell’India, pur essendo gli americani circa un terzo degli indiani. Questo significa, grosso modo, che ogni americano, pro capite, inquina come sei indiani.
Può piacere o non piacere, ma è così, esattamente così: più aria condizionata, più cilindrata nel motore, più ghiaccio nel drink, uguale meno salute dell’ecosistema. Al netto di ogni ironia sul pauperismo, e di ogni possibile fiducia nei miracolosi rimedi della tecnologia, rimane evidente il rapporto diretto tra la smisuratezza implicita nei meccanismi del consumismo e la progressiva rovina del pianeta. Sarebbe bello che fosse solo un’opinione: potremmo continuare la nostra crapula con la giusta spensieratezza. Ma non è un’opinione, è un fatto. O ci diamo una nuova misura, o ce la darà la natura ridimensionando duramente il termitaio umano. Una bella seccatura, perché le termiti siamo noi.

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