martedì 26 giugno 2018

Cohn-Bendit: «Macron ha sbagliato doveva aprire i porti in Corsica»


Il consigliere dell’Eliseo è sicuro che l’Europa si salverà e sceglie l’ironia per commentare la crisi: «Peccato che il match Italia-Francia non si giochi ai Mondiali»
di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi
Il vero europeista si vede nelle difficoltà. E Daniel Cohn-Bendit, ex presidente degli ecologisti a Strasburgo, oggi consigliere ufficioso molto vicino al presidente Macron ma capace di criticarlo quando è il caso, non vuole dichiararsi pessimista per il futuro dell’Unione. Neanche nei giorni dello scontro tra alleati.
Che cosa pensa oggi delle prospettive europee?
«La questione è semplice: se le istituzioni dell’Ue non riescono a trovare buone soluzioni per l’Europa di fronte alle sfide che ha davanti, cioè quelle di Trump, di Putin, della Cina, ognuno degli Stati membri sarà ancora di più in difficoltà. La mia fiducia deriva dal fatto che la ragione obbligherà tutti a tornare sui loro passi».
In Italia per esempio non si parla più di uscire dalla zona euro. Però il conflitto si è spostato sui migranti.
«Calma (dice in italiano, ndr). Salvini parla tanto, vuole espellere 500 mila migranti ma non ci riuscirà. Tra cinque o sei mesi gli italiani cominceranno a chiedergli conto delle sue promesse. E se gli europei propongono che i migranti siano accolti da funzionari dell’immigrazione di tutti i Paesi per poi essere redistribuiti altrove, cosa che rappresenterebbe il superamento di Dublino, Salvini finirà con il trovare la proposta molto ragionevole».
Per il momento il ministro italiano guarda piuttosto all’Ungheria di Orbán e al gruppo di Visegrad, cioè ai Paesi che vogliono meno Europa e rifiutano la ripartizione dei migranti.
«Una posizione paradossale. Salvini dimentica che l’Ungheria e la Polonia possono pure chiudere le loro frontiere terrestri, ma l’Italia non può chiudere le sue migliaia di chilometri di coste. Una soluzione europea è nell’interesse prima di tutto dell’Italia».
Macron per primo riconosce che finora l’Italia è stata lasciata sola dai partner europei.
«Quello è stato un errore enorme. Gli europei ripetevano “Dublino, Dublino”, ma i rifugiati arrivano a Lampedusa, non a Dublino. Adesso bisogna fare in modo che, anche se i rifugiati sbarcano in Italia, non debbano restare nel vostro Paese. Ma allora Salvini non può che fare appello alla solidarietà europea, non certo a Orbán e al polacco Kaczynski che sono su posizioni opposte».
Cosa prevede per il Consiglio europeo di giovedì?
«Verrà ottenuto qualche risultato, ma insufficiente. Bisognerà attendere per arrivare a un buon compromesso. Se gli europei sono intelligenti finiranno col proporre qualcosa che rappresenti un vero aiuto per l’Italia».
Che cosa pensa del duello tra Francia e Italia?
«È davvero un peccato che questo match non si giochi al Mondiale di calcio in Russia, sarebbe più appropriato. Allo stesso tempo non bisogna prendere ogni frase alla lettera… Ma quando Macron evoca la lebbra a proposito del pericolo nazionalista non ha torto. Il calciatore svedese Jimmy Durmaz, di origine siriana, ha sbagliato durante la partita contro la Germania: in poche ore lo hanno ricoperto di insulti nei social media, arrivando a minacciarlo di morte. Questa è lebbra. Così come è lebbra il razzismo contro Balotelli».
Visto che lo scontro Francia-Italia è nato a proposito della Aquarius, Macron non avrebbe fatto meglio ad accoglierla?
«Certo, qui Macron ha sbagliato. L’Aquarius avrebbe potuto attraccare a Bastia, in Corsica, e lì si sarebbe potuto fare quel che fanno gli spagnoli a Valencia, cioè valutare i diritti degli uni e degli altri a ottenere l’asilo. Se Macron avesse accolto l’Aquarius in Francia il suo messaggio sarebbe stato più forte».
Macron ripete che in Europa oggi non c’è una crisi migratoria, ma politica.
«E ha ragione».
Ma il suo ministro dell’Interno parla di «sommersione migratoria».
«È verissimo. Il problema di Macron è che lascia campo libero a Gérard Collomb, che usa il linguaggio di Salvini».

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