domenica 13 maggio 2018

Che schifo questa Terza Repubblica


Mario Lavia
Democratica 12 maggio 2018
La “ciliegina”-Berlusconi sul caos politico e istituzionale creato dalla coppia Di Maio-Salvini. Un monumento a Mattarella per la pazienza
Che schifezza quest’alba di Terza Repubblica! Ora siamo al punto che due parlamentari – si chiamano Luigi Di Maio e Matteo Salvini – conducono da giorni una “trattativa” per formare il governo senza che nessuno dei due ne sia stato incaricato dal capo dello Stato (al quale dovrà essere eretto un monumento per l’infinita pazienza con la quale aspetta che quei due cavino un ragno dal buco).
L’accordo sulle poltrone non c’è. Altro che “passi avanti”, come recitano le veline che l’informazione si beve e propala.
Come giustamente scrive Lina Palmerini sul Sole 24Ore, “se è vero che sulla lista dei ministri si va avanti ma non c’è un accordo sul premier, questo è un modo di procedere che va contro la prassi costituzionale cui Mattarella intende attenersi scrupolosamente. Non si può chiudere l’accordo prima sulla squadra e infine su chi guiderà Palazzo Chigi”: sarebbe “un rovesciamento logico” ma anche – diciamo noi – una violenza al potere del capo dello Stato di nominare, egli, i ministri.
Siamo dunque al caos politico e ormai anche al caos istituzionale.
Fino all’andreottiana mossa di Di Maio che va a chiedere col cappello in mano alla orbaniana Giorgia Meloni di entrare nel governo (ma a nome di chi lo ha chiesto?), calpestando l’assunto di voler trattare solo con la Lega e spingendo il suo sguardo bramoso di potere verso l’estrema destra. E ottenendone peraltro uno sdegnoso rifiuto – il ragazzo di Pomigliano ne sta collezionando diversi…
Pietoso poi il piagnisteo dei vari De Masi, Jacopo Fo, Marescotti, Flores d’Arcais (chissà che dice, fra un flop e l’altro, Claudio Amendola): in odio al Pd ora si beccano questa mondezza politica. Altro che tradimento dei chierici! Siamo sempre il Paese dei guitti, e pure col ditino alzato a fare la morale a tutti, salvo poi sparire quando fuori comincia a grandinare. Verrà prima o poi il tempo dell’autocritica, cari attori e professori, caro Marco Travaglio che ti lecchi le ferite con rocamboleschi giramenti di frittata?
In tutto questo squallore, infine piomba la notizia che il Tribunale di Sorveglianza di Milano consente a Berlusconi – gran protagonista della fase politica grillino-leghista, altro che – di candidarsi alle elezioni. Un quarto grado, legittimo per carità, che cancella, dispone, riabilita. Coincidenze, certo. Coincidenze. Una ciliegina piovuta dal cielo sulla torta già inacidita preparata da questi “statisti” della Terza Repubblica.
Altro che popcorn, qui presto ci vorranno i cortei.

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