sabato 10 febbraio 2018

FASCISMO 2.0


Pierluigi Castagnetti
10 febbraio 2018
C'è davvero il rischio di ritorno del fascismo? Non si esagera un po'?
E poi il fascismo, i treni in orario, il quartiere Eur, l'invenzione dell'IRI, la riforma Gentile ...non era proprio tutto da buttare.
Si, è vero che quello lì di Macerata che ha sparato ai neri aveva a casa libri e chincaglierie fasciste,
è vero che quelli di Como che hanno fatto irruzione in un centro Caritas facevano il saluto romano,
è vero che i tifosi della Lazio con le magliette Anna Frank,
è vero che quel calciatore di una squadra che giocava a Marzabotto ha mostrato la maglietta del duce e fatto il saluto romano,
è vero che al cimitero monumentale di Milano settimanalmente ci sono profanazioni alle lapidi che ricordano ebrei e partigiani,
è vero che quelli di casa Pound pretendevano di celebrare l'anniversario della marcia su Roma il 28 ottobre scorso,
è vero che persino sulla settimana enigmistica ormai abbondano in-consapevoli (?) riconoscimenti al regime fascista, ....,
ma chissenefrega!
Non penso neppure io che il fascismo possa tornare nelle forme e con le modalità del passato. Il fascismo 2.0 è un'altra cosa. Può persino presentarsi con maniere gentili, persino nei salotti, nei discorsi delle signore o dei signori acculturati, nei giochi degli adolescenti con una birra in mano, sugli spalti degli stadi, o in spiaggia, o dove volete voi. Può diventare confidenza, consuetudine, abitudine, normalità.
Perché il fascismo 2.0 è un modo di pensare, di rifiutare la responsabilità di fronte al paese, la diversità delle persone, ogni forma di solidarietà verso chi soffre l'ingiustizia. Così in modo silenzioso e subdolo comincia a circolare nelle vene della società. L'indifferenza si trasforma ben presto in violenza e sopraffazione. In odio. In Male.
Anche l'altra volta non sembrava all'inizio poi tanto male, invece si rivelò il Male.
Questo pericolo indusse uomini tutto sommato moderati come Aldo Moro, che non aveva neppure fatto la Resistenza, ad opporsi ad alcuni colleghi dell'assemblea costituente che volevano definire a-fascista il carattere della nostra Carta: "no, va detto il carattere profondamente e ontologicamente antifascista", se non vogliamo che ciò che è stato possa tornare.

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