martedì 12 settembre 2017

Ecologia e ambiente due priorità per la Lombardia

Giorgio Gori  
12 settembre 2017
Dubito che Valter Veltroni potesse, ahimè, scegliere giorno più adatto per sferrare il suo pugno nello stomaco sul tema dei cambiamenti climatici, puntando l'indice contro l'inazione della politica e le mancanze del Partito Democratico. Le vittime del nubifragio a Livorno, Roma allagata, l'uragano Irma in arrivo dalla Florida. Cos'altro dobbiamo aspettare per darci una mossa?
La vedo dal punto di osservazione della mia regione, la Lombardia, regione che più di ogni altra in Italia contribuisce alle emissioni di CO2, così dannose per il clima, e che tra i suoi tanti primati ha quello della regione più inquinata del Paese. Aria, acqua e suolo sono stati maltrattati senza riguardo. Dico solo dell'aria, carica di polveri sottili come nessun altra in Europa, al pari solo con la Terra dei Fuochi. Il resto si vede: dissesto idrogeologico, razionamento idrico, danni all'agricoltura, devastanti bombe d'acqua. Per questo dico che è tempo di cambiare.
Su questi temi la politica regionale ha saputo solo balbettare. Noi ci proponiamo invece un potente cambio di passo, che tocchi in primo luogo la mobilità (è possibile che Paesi come l'Olanda, la Svezia, la Francia abbiano già fissato i tempi della transizione alla mobilità elettrica e qui si sia fermi a temporanee/estemporanee limitazioni per o diesel Euro3, senza alcun disegno strategico per la sostituzione del parco mezzi?), per affrontare su larga scala la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, e porre un freno allo sversamento dei nitrati nei fondi agricoli e nei corsi d'acqua.
C'è un sacco di lavoro da fare, un lavoro che porta lavoro per le imprese, occupazione e sviluppo. L'obiettivo è fare della Lombardia, oggi regione super-inquinata, una delle prime regioni green d'Europa, esempio e traino per una rivoluzione ecologica che coinvolga tutto il nostro Paese. È tempo di rimboccarsi le maniche.

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