Attilio
Caso
27 novenbre 2015
Ho
convocato una riunione urgente per organizzare la resistenza gentile
a questo terribile attacco al diritto allo studio e alla meglio
gioventù. Ci vedremo tra due ore per indire una raccolta di firme,
una manifestazione e un'assemblea permanente. Il nostro intento è
fare barriera contro questa deriva moserista e boltista, secondo cui
le lauree andrebbero conseguite in corso e il denaro distribuito ai
giovani in quanto tali. Noi non ci lasceremo sconfiggere da questa
visione obamista e renzista: la durata quinquennale di un corso di
studi è solo una convenzione neoliberista e dirigista, ovvero una
metafora del depauperamento delle emozioni della società
occidentale, già previsto dal maestro Chaplin quando aveva
rappresentato mirabilmente con alto sguardo profetico il suo Calvero,
superato dalla velocità dei tempi ruggenti, che erano allegoria del
turbocapitalismo boschista e polettista, nonché del
mariadefilippismo venturo.
No.
Alle elementari devi apprendere le tabelline e i sette re di Roma
entro la quinta, alle medie i numeri reali entro la terza, al liceo
devi cogliere la sublime bellezza della Commedia nei cinque anni, ma
all'università sei nell'eternità. Quella che ti permette urlare
contro le multinazionali ai cortei fumando Marlboro, resistendo fino
all'età in cui i renzisti vanno in pensione, perché hanno scelto la
volgare strada del lavoro. Hanno studiato e si sono laureati in tempo
con votazioni misere, sono stati indecentemente assunti in un'impresa
privata e lì hanno speso la loro vita, senza lasciarsi abbacinare
dalla bellezza di una malattia inanellata il lunedì o al rientro
dalle ferie, orientata ad una ripresa dolce e migliore dell'attività.
Ci
ribelliamo anche all'idea di distribuire un reddito di gioventù ai
diciottenni: e i fuori corso trentacinquenni? E i fuori sede
ventottenni come pagheranno le Guinness, simbolo della leggerezza
irlandese che si oppone all'imperialismo britannico, pesante e
schiavo del serrismo?
Pippo
è sconvolto dall'idea che si debbano fare gli studi nei tempi, ma
non verrà nel pomeriggio perché ha lezione di judo.
Ci
raggiungerà per cena con Corradino, Lilli, Lucia, Norma, Miguel,
Stefano, Alfredo e Luciano: dopo l'assemblea permanente le
dottorande, in piena libertà, per scelta volontaria, in coerenza con
il loro percorso di crescita culturale condotto sotto la guida di
Luciano e per resistere all'idea neoconservatrice dello studio
finalizzato ad un risultato, ci prepareranno patate, riso e cozze,
che rappresentano la più alta manifestazione del lascito della
cultura mediterranea.
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