martedì 3 dicembre 2013

Il piombo nelle ali delle primarie

Mario Lavia 

Europa  

I sondaggi rilevano che questa volta l’affluenza sarà notevolmente più bassa
Altre volte – le primarie di Prodi, quelle di Veltroni – malgrado non ci fosse alcuna incognita sul nome del vincitore, ai gazebo andò a votare tantissima gente: 4,3 milioni nel primo caso, 3,5 nel secondo. Anche questa volta tutti i sondaggi (compresi quelli di Quorum per Europa, oggi pubblichiamo l’ultimo) dicono un solo nome, Matteo Renzi, senza grandi problemi, malgrado le rimonte di Cuperlo e Civati. E tuttavia sempre i medesimi sondaggi rilevano che questa volta l’affluenza sarà più bassa. Notevolmente più bassa.
C’è da tempo in giro un clima politico generale pessimo e la cosa non può non riverberarsi anche sul Pd. La gente, estenuata, non crede alla politica, alla quale non destina più nemmeno cinque minuti. I partiti non entusiasmano perché non risolvono i problemi (per fare una legge elettorale non bastano scioperi della fame, pressing del Quirinale, articoli, comizi, una miriade di proposte); il governo malgrado gli sforzi appare sempre in affanno; Grillo e Berlusconi gettano benzina. Tutto piombo nelle ali delle primarie. E il Pd?
Il Pd cerca vie nuove ma dà puntalmente l’impressione di slabbrarsi in una permanente lotta interna. Peccato. Perché è incontestabile che al di là delle diversità dei protagonisti si stia affermando una nuova generazione di dirigenti “nativi” meglio capace di sintonizzarsi con il paese.
Lo sforzo c’è, lo si è visto nel Confronto su SkyTg24. Domenica ci sarà un leader nuovo, più giovane, in una situazione politica nella quale è evidente che è il Pd ad avere il boccino in mano. Sempre che l’8 dicembre il popolo vorrà spingerlo a cambiare se stesso, regalandogli un futuro.

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