La Stampa
13 dicembre 2013
Enrico Letta decide di togliere dalle secche il provvedimento
legislativo sull’abolizione al finanziamento pubblico ai partiti: in
arrivo un decreto legge
Un blitz. Raramente i governi si vanno a “prendere”
provvedimenti legislativi sui quali il Parlamento sta legiferando. E
invece il governo si prepara ad emanare un decreto legge immediatamente
operativo sulla abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, un
decreto che rispecchierà l’attuale testo di compromesso giacente al
Senato, ma che diventerà immediatamente operativo e sarà tolto dalle
secche nelle quali si trovava.
Nei mesi scorsi il governo si era mosso subito con un Ddl promosso dal presidente del Consiglio, i partiti avevano discusso, emendato nel corso di cinque mesi e a metà ottobre il testo è stato licenziato dalla Camera. Da quel giorno sono passati quasi due mesi senza che al Senato il provvedimento venisse incardinato in Commissione, un chiaro sintomo della scarsa determinazione dei partiti (tutti) di andare avanti, di procedere verso l’approvazione definitiva. Ma Enrico Letta ci aveva messo la faccia nei mesi scorsi, ponendo un termine. Inizialmente aveva detto «entro sei mesi» sarà legge, poi aveva corretto: «entro l’autunno».
Il presidente del Consiglio è stato di parola. Ma nel passo spedito che ha assunto si avverte il “fiato” del nuovo leader del Pd: è come se l’affidabile e professionale “diesel” lettiano stia cominciando ad avvertire le prime scosse del “turno” renziano
Nei mesi scorsi il governo si era mosso subito con un Ddl promosso dal presidente del Consiglio, i partiti avevano discusso, emendato nel corso di cinque mesi e a metà ottobre il testo è stato licenziato dalla Camera. Da quel giorno sono passati quasi due mesi senza che al Senato il provvedimento venisse incardinato in Commissione, un chiaro sintomo della scarsa determinazione dei partiti (tutti) di andare avanti, di procedere verso l’approvazione definitiva. Ma Enrico Letta ci aveva messo la faccia nei mesi scorsi, ponendo un termine. Inizialmente aveva detto «entro sei mesi» sarà legge, poi aveva corretto: «entro l’autunno».
Il presidente del Consiglio è stato di parola. Ma nel passo spedito che ha assunto si avverte il “fiato” del nuovo leader del Pd: è come se l’affidabile e professionale “diesel” lettiano stia cominciando ad avvertire le prime scosse del “turno” renziano
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