venerdì 1 novembre 2013

Un nuovo servizio per il cittadino italiano “Dove mi curo?”


Alessandro Signorini

Dopo il clamore suscitato dalla pubblicazione della ”classifica dei migliori ospedali” ( trasposizione giornalistica di un ben più articolato programma di valutazione degli esiti, condotto da Agenas) e l’annuncio del ministro Lorenzin di voler dare vita ad un “Tripadvisor degli ospedali italiani”, diviene realtà un nuovo servizio per i cittadini italiani, costruito per aiutarli a individuare la sede più idonea per ricevere le cure di cui hanno bisogno.
Dove e come mi curo” è un portale, liberamente accessibile attraverso la rete Internet, che consente a chiunque di conoscere, in modo semplice e diretto, quali sono gli effettivi risultati dell’attività degli ospedali pubblici e privati italiani, in relazione alle tipologie più importanti di interventi chirurgici o altre prestazioni terapeutiche.
Vede quindi la luce in Italia un modello di informazione per il cittadino che è ormai consolidato in altri servizi sanitari pubblici, come quello britannico o quello olandese, che hanno fatto della trasparenza delle informazioni un proprio punto di forza e di rispetto per la reale “centralità del paziente”.
La possibilità di conoscere, direttamente da una fonte di informazioni oggettiva e documentata, se l’ospedale cui ci si rivolge è in grado di esprimere capacità, competenze e risultati in modo superiore, uguale od inferiore al livello medio nazionale ( e in taluni casi anche europeo), costituisce un momento di autentica trasparenza informativa e di garanzia del rispetto dei diritti dei cittadini.
Si apre un’epoca nuova in cui l’informazione sanitaria potrebbe essere fondata non più sull’autoreferenzialità dei protagonisti o l’attivismo compiacente di alcuni mass-media, bensì sulla oggettività dei risultati e sul confronto con le realtà più avanzate in Italia ed in Europa, scenario oggi sempre più abbordabile per la conoscenza e la condivisione di informazioni.
Un gruppo di 20 ricercatori, epidemiologi, statistici, economisti , supportati da esperti internazionali , tra i quali i fondatori del sistema “Choices” direttamente gestito dalla amministrazione del servizio sanitario nazionale britannico (NHS) ha messo a punto un motore di ricerca facilissimo da usare e a portata di tutti, per scegliere la struttura migliore dove curarsi, inserendo come criteri di ricerca il proprio problema di salute e l’area territoriale di interesse.
Il portale ( www.doveecomemicuro.it) consente, in modo assolutamente libero e gratuito, di interrogare il sistema e conoscere, per le singole patologie e per i singoli ospedali esaminati , il livello di posizionamento rispetto agli standards di riferimento, per quanto attiene agli esiti finali della cura: semaforo verde per le strutture in grado di attestare risultati superiori alla media nazionale, giallo per chi è allineato allo standard, rosso per chi non raggiunge i livelli di riferimento.
I termini di confronto e i dati pubblicati sono interamente desunti ed “incrociati” da banche dati autorevoli e qualificate (Ministero della Salute, l’Istat, lo Sportello Cancro – Fondazione Veronesi, l’Age.Na.S. - Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, l’Atlante Sanitario ERA WEB, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane)
Dove e come farsi curare sono quesiti impegnativi da risolvere, soprattutto quando riferiti ad un pubblico “evoluto” ed attrezzato con mezzi di ricerca delle informazioni rapidi e privi di confini territoriali: a tali persone può non bastare il tradizionale riferimento del “medico di fiducia” che, a sua volta, ha la necessità di accedere ad informazioni affidabili e sintetiche.
Perché una nuova iniziativa volta a “classificare” gli ospedali? Si tratta di un approccio diverso da quello realizzato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) che ha prodotto un rapporto “tecnico” , principalmente decifrabile da “ addetti ai lavori”. Differisce anche dalla prospettiva annunciata dal Ministro di affidare alla sola valutazione degli utenti dei servizi il giudizio, mediante un sistema (Tripadvisor) già ben collaudato per alberghi e ristoranti ma non necessariamente credibile in Sanità.
Tripadvisor è infatti organizzato secondo il modello di una di “comunità” tra navigatori della rete Internet che sono ( o sono stati) utenti di un servizio alberghiero o di ristorazione ( e non solo...) e che formulano giudizi sull’esperienza vissuta: “ mangiato bene/male .. pagato tanto/poco/il giusto .. ambiente confortevole/trascurato ..ecc” .
Il giudizio soggettivo si fa gradualmente “informazione condivisa” e, mano a mano che la numerosità dei pareri aumenta, si riducono i margini di “distorsione” del giudizio oggettivo; rimane tuttavia pendente il rischio confondente indotto dalle opposte posizioni dei “laudatori ingenui e riconoscenti” o dei “critici a prescindere”.
Forse l’eccesso di partecipazione emotiva da parte del fruitore del servizio può compromettere la doverosa “terzietà “ richiesta ad un servizio concepito per “indirizzare” chi è nel dubbio e ricercare indicazioni attendibili per fronteggiare un problema “importante”.
Il nostro paese ed il suo stesso Servizio Sanitario Nazionale affrontano oggi con grave ritardo rispetto ad altre nazioni europee ( e non solo) il tema della trasparenza nell’informazione sui servizi sanitari.
Per un cittadino inglese è naturale disporre di informazioni, direttamente pubblicate dal suo Servizio Sanitario Nazionale, relative al numero di interventi chirurgici eseguiti in un certo ospedale, con quali esiti, con quale incidenza di complicanze, comprese le infezioni ospedaliere acquisite, oltre ad informazioni di tipo “alberghiero” ( talvolta non prioritarie, ma mai da trascurare) sul piano della qualità complessiva : disponibilità di parcheggi, qualità della ristorazione, presenza di aria condizionata, accessibilità ad una rete wifi per i degenti ecc...
I cittadini olandesi sono addirittura messi in condizione di confrontare le diverse offerte con le alternative e la qualità previste dai “pacchetti assicurativi” ( la sanità pubblica è finanziata, in quel paese, da assicurazioni che i cittadini sottoscrivono, con la liberta di scegliere la tipologia di offerta, in un contesto di universalità comunque garantita dallo Stato).
Dunque non solo promozione mercantile dei servizi , come è abitudine nella sanità privatizzata ( modello USA), ma tentativo autentico di rendere il cittadino sempre più partecipe e protagonista delle scelte, nella prospettiva di allinearci sempre più allo scenario europeo sul tema del rispetto dei diritti e della libertà delle persone.
Anche la possibilità di rendere il nostro SSN “leggibile” ai potenziali utenti europei ( la direttiva comunitaria 2011/24 entrata in vigore lo scorso 25 ottobre, rende l’Europa permeabile a chi voglia scegliere il luogo di cura più idoneo, anche oltre i confini nazionali ) passa attraverso la disponibilità e la “leggibilità” immediata su “chi fa che cosa, come lo fa e quali risultati”. Sarà un caso ma la esecutività della direttiva UE solo in Italia è stata rinviata al 4 dicembre : in ritardo... ma possiamo recuperare se incominciamo ad essere seriamente “trasparenti e misurabili”.

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