Alessandro Signorini
Dopo il clamore suscitato dalla
pubblicazione della ”classifica dei migliori ospedali” (
trasposizione giornalistica di un ben più articolato programma di
valutazione degli esiti, condotto da Agenas) e l’annuncio del
ministro Lorenzin di voler dare vita ad un “Tripadvisor degli
ospedali italiani”, diviene realtà un nuovo servizio per i
cittadini italiani, costruito per aiutarli a individuare la sede più
idonea per ricevere le cure di cui hanno bisogno.
“Dove e come mi curo”
è un portale, liberamente accessibile attraverso la rete Internet,
che consente a chiunque di conoscere, in modo semplice e diretto,
quali sono gli effettivi risultati dell’attività degli ospedali
pubblici e privati italiani, in relazione alle tipologie più
importanti di interventi chirurgici o altre prestazioni terapeutiche.
Vede quindi la luce in Italia un
modello di informazione per il cittadino che è ormai consolidato in
altri servizi sanitari pubblici, come quello britannico o quello
olandese, che hanno fatto della trasparenza delle informazioni un
proprio punto di forza e di rispetto per la reale “centralità del
paziente”.
La possibilità di conoscere,
direttamente da una fonte di informazioni oggettiva e documentata, se
l’ospedale cui ci si rivolge è in grado di esprimere capacità,
competenze e risultati in modo superiore, uguale od inferiore al
livello medio nazionale ( e in taluni casi anche europeo),
costituisce un momento di autentica trasparenza informativa e di
garanzia del rispetto dei diritti dei cittadini.
Si apre un’epoca nuova in cui
l’informazione sanitaria potrebbe essere fondata non più
sull’autoreferenzialità dei protagonisti o l’attivismo
compiacente di alcuni mass-media, bensì sulla oggettività dei
risultati e sul confronto con le realtà più avanzate in Italia ed
in Europa, scenario oggi sempre più abbordabile per la conoscenza e
la condivisione di informazioni.
Un gruppo di 20 ricercatori,
epidemiologi, statistici, economisti , supportati da esperti
internazionali , tra i quali i fondatori del sistema “Choices”
direttamente gestito dalla amministrazione del servizio sanitario
nazionale britannico (NHS) ha messo a punto un motore di ricerca
facilissimo da usare e a portata di tutti, per scegliere la struttura
migliore dove curarsi, inserendo come criteri di ricerca il proprio
problema di salute e l’area territoriale di interesse.
Il portale (
www.doveecomemicuro.it)
consente, in modo assolutamente libero e gratuito, di interrogare il
sistema e conoscere, per le singole patologie e per i singoli
ospedali esaminati , il livello di posizionamento rispetto agli
standards di riferimento, per quanto attiene agli esiti finali della
cura: semaforo verde per le strutture in grado di attestare risultati
superiori alla media nazionale, giallo per chi è allineato allo
standard, rosso per chi non raggiunge i livelli di riferimento.
I termini di confronto e i dati
pubblicati sono interamente desunti ed “incrociati” da banche
dati autorevoli e qualificate (Ministero della Salute, l’Istat, lo
Sportello Cancro – Fondazione Veronesi, l’Age.Na.S. - Agenzia
Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, l’Atlante Sanitario ERA
WEB, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane)
Dove e come farsi curare sono
quesiti impegnativi da risolvere, soprattutto quando riferiti ad un
pubblico “evoluto” ed attrezzato con mezzi di ricerca delle
informazioni rapidi e privi di confini territoriali: a tali persone
può non bastare il tradizionale riferimento del “medico di
fiducia” che, a sua volta, ha la necessità di accedere ad
informazioni affidabili e sintetiche.
Perché una nuova iniziativa volta
a “classificare” gli ospedali? Si tratta di un approccio diverso
da quello realizzato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari
Regionali (Agenas) che ha prodotto un rapporto “tecnico” ,
principalmente decifrabile da “ addetti ai lavori”. Differisce
anche dalla prospettiva annunciata dal Ministro di affidare alla
sola valutazione degli utenti dei servizi il giudizio, mediante un
sistema (Tripadvisor) già ben collaudato per alberghi e ristoranti
ma non necessariamente credibile in Sanità.
Tripadvisor è infatti organizzato
secondo il modello di una di “comunità” tra navigatori della
rete Internet che sono ( o sono stati) utenti di un servizio
alberghiero o di ristorazione ( e non solo...) e che formulano
giudizi sull’esperienza vissuta: “ mangiato bene/male .. pagato
tanto/poco/il giusto .. ambiente confortevole/trascurato ..ecc” .
Il giudizio soggettivo si fa
gradualmente “informazione condivisa” e, mano a mano che la
numerosità dei pareri aumenta, si riducono i margini di
“distorsione” del giudizio oggettivo; rimane tuttavia pendente il
rischio confondente indotto dalle opposte posizioni dei “laudatori
ingenui e riconoscenti” o dei “critici a prescindere”.
Forse l’eccesso di
partecipazione emotiva da parte del fruitore del servizio può
compromettere la doverosa “terzietà “ richiesta ad un servizio
concepito per “indirizzare” chi è nel dubbio e ricercare
indicazioni attendibili per fronteggiare un problema “importante”.
Il nostro paese ed il suo stesso
Servizio Sanitario Nazionale affrontano oggi con grave ritardo
rispetto ad altre nazioni europee ( e non solo) il tema della
trasparenza nell’informazione sui servizi sanitari.
Per un cittadino inglese è
naturale disporre di informazioni, direttamente pubblicate dal suo
Servizio Sanitario Nazionale, relative al numero di interventi
chirurgici eseguiti in un certo ospedale, con quali esiti, con quale
incidenza di complicanze, comprese le infezioni ospedaliere
acquisite, oltre ad informazioni di tipo “alberghiero” ( talvolta
non prioritarie, ma mai da trascurare) sul piano della qualità
complessiva : disponibilità di parcheggi, qualità della
ristorazione, presenza di aria condizionata, accessibilità ad una
rete wifi per i degenti ecc...
I cittadini olandesi sono
addirittura messi in condizione di confrontare le diverse offerte con
le alternative e la qualità previste dai “pacchetti assicurativi”
( la sanità pubblica è finanziata, in quel paese, da assicurazioni
che i cittadini sottoscrivono, con la liberta di scegliere la
tipologia di offerta, in un contesto di universalità comunque
garantita dallo Stato).
Dunque non solo promozione
mercantile dei servizi , come è abitudine nella sanità privatizzata
( modello USA), ma tentativo autentico di rendere il cittadino sempre
più partecipe e protagonista delle scelte, nella prospettiva di
allinearci sempre più allo scenario europeo sul tema del rispetto
dei diritti e della libertà delle persone.
Anche la possibilità di rendere
il nostro SSN “leggibile” ai potenziali utenti europei ( la
direttiva comunitaria 2011/24 entrata in vigore lo scorso 25
ottobre, rende l’Europa permeabile a chi voglia scegliere il luogo
di cura più idoneo, anche oltre i confini nazionali ) passa
attraverso la disponibilità e la “leggibilità” immediata su
“chi fa che cosa, come lo fa e quali risultati”. Sarà un
caso ma la esecutività della direttiva UE solo in Italia è stata
rinviata al 4 dicembre : in ritardo... ma possiamo recuperare se
incominciamo ad essere seriamente “trasparenti e misurabili”.
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