Al Presidente del Consiglio
Matteo Renzi
Caro Presidente,
fin dalla nascita di questo Governo
abbiamo condiviso e sostenuto il Tuo impegno a fare della crescita e
dello sviluppo della nostra economia uno degli obiettivi fondamentali
della strategia di risanamento e rilancio del nostro Paese.
Crediamo che questa strategia vada
mantenuta ferma e vada anzi rafforzata di fronte ai primi risultati
positivi raggiunti dal Governo pur in una difficile contingenza
internazionale.
La crescita ha però bisogno di
investimenti mirati, in particolare in ricerca e sviluppo.
Non c’è economia avanzata al mondo
capace di crescere senza un investimento significativo in ricerca.
Per questo i Paesi dell’UE si sono
impegnati a fissare al 3% del PIL nazionale la quota di investimenti
pubblici e privati necessari a sostenere la crescita economica.
Purtroppo il nostro Paese è
storicamente largamente al di sotto di tale soglia: il dato del 2014
era al 1,29 rispetto ai valori più alti di UK (1, 72), Francia
(2,26) e Germania (2,84), per non parlare di Danimarca (3,08), Svezia
(3,16) e Finlandia (3,17).
Il Governo ha già assunto
provvedimenti significativi nel settore degli sgravi fiscali per i
finanziamenti alla ricerca, del reclutamento di giovani ricercatori,
del sostegno a singoli centri di eccellenza. E ora salutiamo
positivamente il Tuo annuncio di un piano di investimenti che partirà
nelle prossime settimane di 2,5 miliardi di euro.
È essenziale che il sistema pubblico
della ricerca venga adeguatamente e costantemente finanziato come
accade negli altri Paesi avanzati. Come ricordano gli scienziati che
si sono mobilitati in questi giorni, la Francia stanzia quasi un
miliardo a fronte dei nostri 92 milioni sull’ultimo bando PRIN.
Il sistema pubblico della ricerca è
fondamentale. E’ il tessuto connettivo primario da cui nasce tutto
il resto. E’ questo tessuto che ancora oggi, nonostante i tagli
subiti, continua a produrre giovani straordinariamente competenti
che, purtroppo, sono costretti a proseguire i loro lavori di ricerca
all’estero.
Senza un forte sostegno a questo
sistema è impossibile alimentare la filiera di dottorati di ricerca,
post-doc, laboratori e biblioteche che formano l’ossatura portante
dei centri di ricerca in cui attirare giovani di talento e
finanziamenti stranieri.
Come sai, ogni anno noi perdiamo per
questa ragione una parte di finanziamenti che il nostro Paese destina
alla ricerca a livello europeo. Perdiamo molti giovani italiani e non
riusciamo ad attirare giovani stranieri, benché il livello della
nostra ricerca in moltissimi settori sia elevato e competitivo.
Per questo Ti chiediamo un impegno in
prima persona nel rilanciare il sistema della ricerca che avvicini la
quota italiana in modo significativo alla soglia del 3%.
Non servono interventi occasionali né
tanto meno finanziamenti a pioggia. Serve un disegno complessivo di
lungo periodo e linee guida strategiche che consentano al sistema di
svilupparsi con continuità e in modo diffuso. Servono rigorose
procedure di selezione e valutazione e rigorosi meccanismi di
controllo. Ma servono anche più risorse economiche.
Solo così sarà chiaro che il nostro
Paese vuole giocare un ruolo centrale nella ricerca e puntare così
su un fattore fondamentale per la crescita e lo sviluppo.
Michele Nicoletti
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