Pierluigi Castagnetti
L'interesse per la politica dovrebbe
appartenere a tutti i cittadini. Sicuramente chi l'ha praticata non
può dismetterlo, ed è giusto. Non è una malattia, è una
condizione e un senso esistenziale. Bene. Ma chi l'ha praticata,
soprattutto se con qualche responsabilità rilevante, dovrebbe fare
quotidianamente "esercizi di sopravvivenza al di fuori",
della politica s'intende (mi viene suggerita questa immagine dal
titolo di un bellissimo libretto appena uscito "Esercizi di
meraviglia"). Bisogna dimettersi mentalmente dal ruolo costruito
nei decenni precedenti. Accettare di essere usciti di scena perché
la scena è cambiata e nella nuova non è prevista una parte per te,
anche se tu ritieni che l'avresti recitata meglio, molto meglio.
Accettare (cioè rispettare, limitarsi a seguire) un copione che
ritieni sia scritto male, addirittura a tratti non capirlo. Chissà,
forse lo spettacolo alla fine risulterà più bello di come tu possa
immaginare. Ciò che importa è resistere. A che? Alla tentazione di
irrompere sul palcoscenico. Non foss'altro perchè la gente a quel
punto ti fischierebbe. A meno che dai loggioni a gran voce ti venga
richiesto di farlo. Ma non mi pare il caso.
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