Matteo Renzi
...Mi sono a lungo
chiesto come fanno i Cinque Stelle a votare contro una riforma che
porta in Costituzione le storiche battaglie che il loro movimento ha
sempre fatto. La riduzione del numero dei parlamentari? E loro votano
NO. L'obbligo di discutere le leggi popolari? E loro votano NO. Il
superamento del bicameralismo paritario? E loro votano NO.
L'abbassamento del quorum se si raggiungono 800mila firme
(attenzione: firme vere, purtroppo per loro, non copiate)? E loro
votano NO. L'abolizione del CNEL? E loro votano NO. È
impressionante. Ma la cosa che più mi colpisce è aver scoperto il
motivo per cui votano NO sul Senato. Non potevo crederci ma abbiamo
scoperto – grazie all'Espresso – che i fondi che vanno ai gruppi
del Senato (trenta milioni al PD in questa legislatura, circa la metà
a Cinque Stelle, tanti anche agli altri), fondi che saranno
cancellati se vince il Sì e che rimarranno con la vittoria del NO,
servono a Cinque Stelle per pagare l'affitto ai dipendenti
dell'ufficio comunicazione. Cinque Stelle può espellere parlamentari
e sindaci ma non può fare a meno dell'Ufficio Comunicazione. Persino
Rocco Casalino, capo della comunicazione Cinque Stelle, è passato
dalla Casa del Grande Fratello alla Casa del Grande Senato.
Un'affittopoli incredibile, di cui non parla nessuno. Ecco come usano
i fondi del Senato. Al netto del referendum: possibile che chi voleva
fare la rivoluzione dell'onestà e della trasparenza al momento buono
diventi il più conservatore della vecchia casta? Un pensiero agli
elettori del Movimento 5 Stelle: ma davvero volete difendere il
sistema delle firme false e degli affitti veri?
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